rassegna stampa

Spalletti: «Per il secondo posto non è finita»

Il tecnico non recrimina sul risultato e incoraggia la squadra «Dzeko non poteva giocare. Totti ha fatto quello che mi aspettavo»

Redazione

Il secondo pareggio in tre partite non può renderlo felice. Nella serata che non t'aspetti il secondo posto s'allontana ma Spalletti, stavolta, usa più la carota che il bastone. Come all'andata, la Roma rallenta dopo il derby eppure il tecnico assicura di non aver «visto in settimana quegli elementi che potevano far presagire un calo. La squadra ha provato a giocare la partita come l'avevamo preparata. Una volta raggiunto il pareggio, la palla girava bene, la squadra entrava nell’area piccola ma non abbiamo mai trovato il "piedino" del nostro colore in area. Abbiamo colpito dei pali, ci sono state delle parate di Mirante e alla fine ho fatto i complimenti ai miei ragazzi».

In fondo, la chiave del mancato successo è quel primo tempo giocato sotto tono e rovinato da un gol evitabile. «Per me - prosegue Spalletti - è sbagliato colpevolizzare i giocatori su un episodio. Si fanno i complimenti al Bologna e si va avanti. Cosa abbiamo sbagliato? Ne parliamo nel terzo tempo, negli allenamenti e nella nostra vita privata». Poi un po' di sane critiche dell'allenatore a una squadra meno brillante rispetto al derby: «Abbiamo comandato la partita senza essere troppo cattivi, c’è mancata un po’ di ferocia nel chiudere le azioni. Siamo belli e bravi ma troppo puliti a volte. Dopo il gol di Salah pensavo di vincerla, però se non trovi mai l’ultimo guizzo non puoi recriminare. Potevamo portare a casa qualcosa di più ma ci può stare nel calcio: leggo che abbiamo il 70% di possesso palla, abbiamo colpito tre pali, lo accettiamo e ci rende orgogliosi lo stesso». Con sei punti di ritardo e sei gare da giocare, il secondo posto sembra un miraggio sfocato. Spalletti cerca comunque di tenere alta la tensione dei suoi. «C'è ancora spazio per sperare, dobbiamo fare bene mantenendo questo spirito. Poi alla fine vedremo dove siamo. Guardiamo più all'Inter dietro o al Napoli? Tutte e due, se ce lo permettete».

Quando ormai sembrava averlo nascosto in un cantuccio, ha ritirato fuori Totti dalla panchina alzando il volume dell'Olimpico. «Francesco ha fatto un paio di contrasti è entrato in mezzo a giocate sporche, mi aspettavo desse seguito a qualche palla ed è stato così. Poi lui è un giocatore della Roma e prende tutto quello che arriva alla squadra». Nessuna critica ai centrali, «Rudiger e Manolas hanno soffocato le ripartenze del Bologna senza farli ripartire», mentre la bastonata del giorno Spalletti la riserva a Szczesny, non esente da colpe nell'azione dello 0-1: «Se lui pecca in qualcosa è la troppa sicurezza e carattere che ha. A volte prende sotto gamba alcune situazioni e su questo deve migliorare. Anche stasera, su quel traversone, poteva fare meglio».

L'esclusione di Dzeko, invece, non è una bocciatura ma una scelta forzata. «Aveva dolore ad una gamba, ha fatto la risonanza prima della partita e avrebbe rischiato di infortunarsi giocando un tempo intero. Altrimenti sarebbe partito dall'inizio. Ci ha fatto un favore a entrare quei 20 minuti, sacrificandosi per la squadra perché ci teneva». Chiusura sul siparietto che lo ha visto protagonista dopo il pareggio: un urlo in faccia al quarto uomo, col quale aveva discusso più volte. «Mi sembrava nervosetto - dice Spalletti - ma io ero arrabbiato con la telecamera, che mi inquadrava troppo. Per questo ho esultato così». La battuta non gli manca neppure nelle serate più amare.

(A. Austini)