rassegna stampa

Spalletti: «Ma la Juve resta più furba»

Il tecnico scherza: "Non siamo primi in classifica perché non riesco a copiare Allegri"

Redazione

Mattoncino dopo mattoncino, la Roma sta ricostruendo il suo fortino. Diciotto partite consecutive senza sconfitte all'Olimpico in campionato, di cui 14 vinte, solo la Juve sta cavalcando un'onda più lunga. I successi di fila adesso sono nove ed era dal 2009 che ai giallorossi non riusciva un filotto del genere. Allora Spalletti se n'era appena andato, adesso è tornato per completare il suo lavoro ma deve scontrarsi con una corazzata che non accenna a frenare. «Non siamo primi in classifica - scherza il tecnico - perché non riesco a copiare Allegri. A Empoli qualche dubbio è venuto fuori, ma la squadra è cresciuta e la differenza si vede rispetto alla precedente sosta: da allora siamo quelli che hanno recuperato più punti a tutti». La svolta è evidente e certificata dalle parole dell'allenatore. «Ora quando non si vince nella faccia dei giocatori si legge che non sono contenti. La mentalità è cresciuta, dimostrano maggiore attaccamento e sentono la necessità di trasmettere un messaggio importante. Si può anche non conquistare un titolo ma un modo professionale di frequentare il campo è comunque un risultato». Di quelli che lo convincerebbero a prescindere a firmare il rinnovo.

La partita col Bologna poteva finire in tutti i modi, da una vittoria ancora più larga a un risultato diverso.«Abbiamo faticato nella prima mezzora, la palla girava male e loro potevano passare in vantaggio. Nella ripresa è andata meglio - analizza Spalletti - ci siamo sciolti, a tratti è stata una Roma bellissima, quasi perfetta. Mi aspettavo che calasse un po' perche la partita di giovedì a Vienna ci ha tolto tanto». La sosta, quindi, «ora ci vuole - conferma l'allenatore - mancano diversi giocatori e qualcuno si sta adattando». Sta alla grande invece Salah e Spalletti trema pensando a gennaio, quando la Coppa d'Africa glielo porterà via a tempo indeterminato. «Come facciamo a sostituirlo? Facile - scherza Luciano - se ne compra un altro uguale. Lui ha degli strappi micidiali, è talmente veloce che a volte non può essere lucidissimo. Deve migliorare nel palleggio con la squadra ed essere più partecipe, spesso si fa risucchiare dalla linea difensiva».

E Dzeko? «Con lui ci sono tante soluzioni in più, ma non è ancora cattivo a sufficienza. A tutti manca la "furia guerriera", siamo arrivati otto volte sul fondo senza segnare. Son convinto che la Juve almeno due di quelle palle le avrebbe portate a casa. Loro sono più marpioni, se ne servono cinque ne mettono cinque, se ne bastano due si fermano a due: si trasformano in base a ciò che gli proponi, noi invece arriviamo lì 10 volte e abbiamo la frenesia di chi ha paura di sbagliare. Ma siamo sulla buona strada». Ancora lunghissima.

(A.Austini)