rassegna stampa

Spalletti in ginocchio: “Ho dato tutto”

Parla il tecnico: "Il risultato non è buonissimo, ma nemmeno da buttare via. Alla fine tireremo le somme e ci prenderemo le responsabilità"

Redazione

Né il contratto né i tre punti nell’uovo di Spalletti. Solo tanti rimpianti. A sei giornate dalla fine lo scudetto è un miraggio e la cautela di Allegri suona come il solito ritornello di fine stagione: «La Roma può fare 90 punti, noi dobbiamo arrivare a 91. La strada è lunga». Ma spianata. Lo stop casalingo dei giallorossi di fatto cancella le ultime speranze di tenere vivo il campionato almeno fino allo scontro diretto del mese prossimo: «Rischiano – ammette il tecnico toscano – di essere due punti persi importanti. Contro squadre come l’Atalanta devi riuscire a vincere all’Olimpico. La Roma ha grande potenzialità, è forte, ma deve imparare a gestire meglio le situazioni. Non so se un titolo qui vale come cinque da altre parti, so solo che ce l’ho messa tutta. Il risultato non è buonissimo, ma nemmeno da buttare via. Alla fine tireremo le somme e ci prenderemo le responsabilità». Lui è pronto a farlo e quel «ce l’ho messa tutta» sembra un altro indizio di addio. Sicuramente sa di resa. Troppe cose non hanno funzionato ieri: «Il primo tempo si è fatto al di sotto delle nostre possibilità. La palla girava lentamente e senza fare uno sviluppo veloce, nel secondo invece abbiamo fatto meglio e avremmo meritato di più. Le difficoltà sono dovute al fatto che non ho fatto giocare la squadra sempre allo stesso modo e non ho avuto modo di lavorare su distanze, misure e schemi tattici precisi. L’aver cambiato spesso non ci ha fatto diventare specifici per le nostre qualità. Da una parte la versatilità è una virtù, ma dipende dal risultato». Quello con l’Atalanta non è soddisfacente e riapre la lotta al secondo posto: «Dobbiamo mantenere alta la tensione, avere il carattere giusto per riuscire a tirar fuori sempre il massimo e lavorare nella maniera corretta. Per arrivare davanti al Napoli, che gioca un calcio eccezionale, dobbiamo essere perfetti».

Lo sono stati solo per metà contro i bergamaschi, buttando via il primo tempo e giocando da Roma solo il secondo: «Ci siamo intestarditi nel tentare di fare qualcosa in più, nel mettere a posto l’azione un po’ farraginosa che avevamo. Abbiamo perso minuti importanti, un tempo importante. Loro hanno scelto di lasciarci i terzini liberi, noi non li mettevamo in condizione di rompere la linea dei mediani o quella di difesa. Nel secondo tempo molto bene, la squadra ha giocato una grande partita, al di là delle situazioni evidenti ci sono state due o tre volte sia dal lato destro sia dal lato sinistro in cui non abbiamo chiuso sul secondo palo. Abbiamo aspettato di vedere la palla che passava di lì, anziché anticiparla. È stato tutto più difficile». Sulla scelta, certo non nuova, di schierare Ruediger terzino per 45 minuti: «Mi convince, ma a conti fatti non è stata tra le più felici». Infatti ha corretto il tiro mettendo Peres nella ripresa. E alla fine le palle-gol perla rimonta ci sono state: «Forse ci sono mancate le energie, anche se abbiamo avuto 2-3 occasioni importanti. Abbiamo indugiato nelle scelte da fare che ci potevano dare un grosso premio». La sorpresa è stata brutta, l’uovo di cioccolato amarissimo e il toscano è sempre più lontano dal rinnovo. Dopo Di Francesco, un altro avversario si candida dalla sala conferenze dell’Olimpico per la successione, a una condizione: «Mi lusingherebbe allenare la Roma, ma – sottolinea Gasperinimi sono ripromesso di non essere la terza o la quarta scelta di nessuno».

(E. Menghi)