rassegna stampa

Spalletti: «I favoriti restano loro»

Il tecnico: «Noi eccezionali ma per il secondo posto resta durissima» Pallotta: «Vittoria da squadra, che gioia». Sabatini: «Una bella Roma»

Redazione

La partita dei toscani l’ha vinta Spalletti. «E alla fine - racconta - non sono andato a disturbare Sarri perché so cosa si prova in questi momenti».

Il tempo degli abbracci e dei sorrisi è finito al fischio d’inizio, poi è stato il Luciano romanista ad esultare per «una vittoria guadagnata rubando centimetro dopo centimetro. Non si può certo dire il nostro che è stato un furto - prosegue l’allenatore giallorosso - semmai abbiamo raschiato con le unghie sul fondo del barile perché loro erano in grande condizione e noi in difficoltà. Nel secondo tempo ci siamo abbassati troppo ma siamo rimasti uniti e compatti soffrendo un po’ e creando anche qualche insidia. Poi c’è stato questo grande gol costruito palla a terra e abbiamo vinto, meritandolo».

Alla vigilia aveva sottolineato come la Roma non fosse capace di portare a casa punti con le «furbate», ma solo con la qualità. L’azione decisiva è una conferma. «Questo successo fa vedere che riusciamo a guadagnare dal punto di vista caratteriale, un aspetto in cui bisogna ancora fare dei passi da gigante».

Vincere nei minuti finali una gara così importante dà sempre una scossa d’adrenalina, ma Spalletti tiene i piedi per terra. «Bisogna essere realisti - spiega - se si guarda il calendario penso sia complicatissimo arrivare secondi: il Napoli ha tre partite più facili delle nostre e ha dimostrato di essere una grande squadra. Noi siamo col vento in poppa e proveremo a dare l’ultima spinta. Quando sono arrivato era impensabile anche solo lottare per questo traguardo e anche se non dovessimo raggiungere il Napoli, è stata fatta lo stesso una cosa straordinaria: la Roma è dentro il calcio che conta».

Sulle difficoltà tattiche della ripresa: «Avevo chiesto di lasciar giocare ogni tanto i due centrali di Sarri e di non liberare Jorginho alle spalle degli attaccanti. Nel primo tempo l’abbiamo fatto bene, nel secondo no, siamo ripartiti bene però eravamo affaticati seguendo il loro possesso senza riuscire a rubar palla. Siamo stati bravi a soffrire e a valorizzare quel poco che ci era rimasto nel finale. L’ultima palla è stata lavorata bene, hanno segnato un gol eccezionale».

Il risultato di ieri, tra i tanti risvolti possibili, ne ha regalato uno certo: la Juventus è campione d’Italia per il quinto anno di fila. Chiedono a Spalletti come si potrà raggiungere l’armata bianconera e la risposta è ai limiti del banale nella sua semplicità: «Bisogna comprare dei giocatori più forti. La Roma è messa sicuramente bene, nel lavoro di un anno ci sono le belle cose ma anche un'analisi in cui bisogna esser obiettivi e avere il coraggio di mettere mano in quelle situazioni che sono sempre scomode: per crescere dovremo affrontarle. Noi quando siamo andati a giocare in casa della Juve abbiamo perso meritatamente, anche per colpa mia perché all'inizio ho provato a dare una traccia alla squadra. Loro mi hanno seguito alla lettera e non c’è stata partita. Vista alla televisione la squadra di Allegri è impressionante. Inarrivabile? Secondo me sono fortissimi, non sarà facile colmare il gap». Garcia disse lo stesso un anno fa e fu lapidato, stavolta non accadrà.

Alla fine Spalletti si toglie un sassolino della scarpa, rispondendo al comico Maurizio Battista che dopo Roma-Torino lo aveva insultato in un video poi diffuso dallo stesso su Facebook: «Per me può comandare chiunque, basta che si fa risultato. Se qualcuno decide di guidare la macchina ad alta velocità com’è successo, e ti fa il video in cui ti dice "stronzo" e lo mette su internet per fare il fenomeno, poi si prende tutte le sbandate».

In attesa di decidere insieme a Baldissoni negli States il futuro di Totti, Pallotta si gode la vittoria sul Napoli: «Sto ancora saltando per la gioia - ci racconta il presidente - grande partita e il merito è di tutta la squadra». Quella del prossimo anno la costruirà ancora Sabatini. Per ora è «una bella Roma» come l’ha definita il diesse uscendo dallo stadio.

(A. Austini)