rassegna stampa

Spalletti: «Dzeko fa cose strane»

Il tecnico toscano critica il centravanti bosniaco e replica a Mancini: «Meritavamo più noi. Mi è piaciuta la reazione»

Redazione

C'è sempre l'Inter di mezzo tra la gloria e Spalletti. Come nel 2006, sono i nerazzurri a interrompere il filotto di vittorie giallorosse. Alla fine ne esce un pari accettabile per la difesa del terzo posto ma che cancella, almeno per ora, i sogni di rimonta sul Napoli.

«Abbiamo perso troppi palloni - l'analisi dell'allenatore della Roma - avevamo timore nel palleggio e siamo stati costretti a rincorrerli, così la squadra ha perso lucidità. Loro sono stati bravi ad andare in vantaggio e noi siamo altrettanto bravi a reagire. Noi avevamo timore ad andare a palleggiare. È stata una bella partita tra due squadre forti, è giusto il risultato anche se dopo l'1-1 io mi aspettavo di più, però ai ragazzi farò i complimenti: non sapevo come avrebbero reagito andando sotto e hanno dimostrato carattere».

Adesso è meglio difendere il podio o continuare a puntare il secondo posto? «Guardiamo anche chi ci sta di fianco, guardiamo tutti».

Poi arriva l'analisi dei singoli, a cominciare da Dzeko bocciato in partenza e di nuovo moscio quando è entrato. «Deve riuscire a mettere tutto il suo carattere dentro la partita - lo ammonisce Spalletti - è strano quello che ogni tanto gli succede ma lui ha le qualità complete per essere un attaccante forte. Ha fatto la sua parte, ha lottato e ha fatto delle scelte a volte dubbiose però si è impegnato. Si va avanti ridandogli fiducia», chiosa il tecnico, lanciando la candidatura del bosniaco per il derby dopo la sosta.

Non è passato inosservato il colloquio acceso con Nainggolan al fischio finale, il toscano lo spiega così: «Ha tirato via due palloni dal limite invece di avanzare 7-8 metri, lui m'ha risposto che gli avevano detto che la partita era finita e quindi ha calciato il prima possibile». Su Florenzi messo sotto da Perisic: «Alessandro ha delle caratteristiche, se non le usa va in difficoltà. Quando riesce a fare il terzino che porta l'avversario alla bandierina non mette l'avversario nelle condizioni di fargli male. L'azione del gol - spiega il tecnico - nasce da un errore di impostazione, Rüdiger poteva allargarsi e lasciare un due contro due al centro con Manolas. Anche il centrocampista centrale deve dare una mano».

Nessuna protesta di Spalletti per il rigore non concesso da Orsato. «Dal vivo non l'ho vista ma nemmeno dal campo ce ne siamo resi conto. È difficilissimo, poteva essere punito ma noi accogliamo il richiamo di Ulivieri: non commentano le decisioni arbitrali».

Il manuale perfetto di un allenatore che non vuole alibi. Il contrario di Mancini: «Miranda - dice il tecnico nerazzurri sull'episodio incriminato - deve tagliarsi una mano, perché non si è mai visto che un difensore salta con le braccia giù contro un attaccante come Dzeko. Abbiamo conquistato un punto non casuale e ora abbiamo uno scontro diretto a favore contro la Roma. Purtroppo mancavamo Palacio, Jovetic e Icardi, con loro forse avremmo vinto».

«Ridiamoglieli e rigiochiamola - ribatte Spalletti - Mancini dice che sono stati superiori ma io non sono d'accordo: hanno preso 10-12 tiri in porta. Forse ero distratto». La sfida continuerà a distanza.

(A. Austini)