rassegna stampa

Settanta minuti di possesso palla per segnare su rigore: peraltro dubbio.

(Il Tempo) – Non è esattamente il canovaccio pensato da Zeman, ma i tre punti, meritatissimi, contro il Torino (primo ko in trasferta della stagione) fanno morale e classifica per questa Roma che mette alle spalle le tossine del derby e...

Redazione

(Il Tempo) -Non è esattamente il canovaccio pensato da Zeman, ma i tre punti, meritatissimi, contro il Torino (primo ko in trasferta della stagione) fanno morale e classifica per questa Roma che mette alle spalle le tossine del derby e prova a ripartire all'inseguimento di una posizione di classifica ancora lontana ma che, dopo questa tredicesima giornata, è sicuramente migliore. Sblocca Osvaldo dal dischetto, il raddoppio nel finale firmato Pjanic in una partita dominata dall'inizio alla fine nella quale però la Roma ha faticato a trovare la porta: complice anche l'ottima copertura dei granata venuti nella Capitale a far barricate. Era iniziata tra i fischi, si chiude in festa con la Sud che applaude (tra loro c'è anche l'ad americano Mark Pannes che ha seguito da lì la gara) e i pochi tifosi del Torino imbufaliti per il rigore concesso (in tribuna anche l'ad Volkswagen Nordio torinista convinto: e pensare che poco prima aveva ufficializzato l'accordo di partnership con il club giallorosso). La Roma come sempre parte forte ma stavolta non flette con il passare dei minuti riuscendo a giocare un primo tempo tutto all'attacco. Sterile per gli errori sottoporta di Osvaldo (almeno tre clamorose palle gol sbagliate), ma un po' anche perché cerca di scoprirsi meno del solito. Non è un caso se il primo tiro in porta del Torino arriva dopo trentasei minuti di gioco e, ovviamente, su un contropiede innescato da Cerci: bene Goicoechea in tuffo su Bianchi. [...]

La squadra di Zeman, oltre alle tre occasioni sbagliate da Osvaldo, ci va vicino anche con Totti (botta da fuori), con Pjanic (bene Gillet) e con Balzaretti che non riesce a controllare il gran pallone inventato da Totti a scavalcare la difesa. Ultimo brivido prima dei due fischi di Guida (mai la Roma aveva chiuso 0-0 un primo tempo), con Gillet che sbaglia il rinvio e mette sui piedi di Osvaldo l'ennesima occasione: persa. Nella ripresa la dinamica della gara non cambia. La Roma sempre palla al piede che prova a sfondare, il Torino pronto a colpire in contropiede. Lo schema è sempre lo stesso: lancio lungo su Bianchi (di testa sono tutte le sue con Castan che non ne struscia una), sponda e tentativo di andare dentro che non riesce più volte per i recuperi del giovane Marquinhos: talento giallorosso uno dei migliori dei suoi. Ci provano tutti: Totti da fuori, Pjanic (cresciuto molto nella ripresa) ma vuole entrare in porta col pallone. Poi il doppio cambio di Zeman. Esce Totti tra gli sguardi increduli dei trentaquattromila dell'Olimpico (mica pochi per essere lunedì sera), entra Destro e un minuto dopo Marquinho va dentro per Florenzi. È il cambio che sblocca la Roma, perché cinque minuti dopo, proprio su un affondo in area di Marquinho, Guida concede un rigore generoso alla Roma: complice l'arbitro di porta Calvarese che non ha dubbi nell'indicare il dischetto. Senza Totti è «capitan» Osvaldo a mettere la palla sugli undici metri e spiazzare Gillet per il vantaggio romanista che manda in estasi lo stadio e fa imbufalire Ventura che urla «È una vergogna!». Guida lo espelle. La Roma si sblocca e Pjanic (sotto gli occhi del padre in tribuna) chiude la gara realizzando il secondo gol in due gare: un segnale chiaro per Zeman che adesso probabilmente dovrà rivedere alcune delle sue priorità. E già domenica a Pescara le scelte potrebbero essere diverse.