rassegna stampa

Scudetto, premi e cotillon

(Il Tempo – A.Austini) «Bonus! Bonus! Bonus!» cantavano i giocatori della Roma nello spogliatoio dopo una delle otto vittorie di questo avvio da sogno.

Redazione

(Il Tempo - A.Austini) «Bonus! Bonus! Bonus!» cantavano i giocatori della Roma nello spogliatoio dopo una delle otto vittorie di questo avvio da sogno. In mezzo al circolo, strattonato bonariamente, c’era Italo Zanzi. Un modo goliardico per ricordare al boss: più vinciamo e più ci pagherete. Pallotta, che è tipo sveglio, assistendo alla scena ha capito al volo e ha tirato fuori dal taschino la carta di credito. E, neanche a dirlo, è scattata l’ovazione generale.

La Roma che sa solo vincere pregusta già il piacere dei premi. Ci scherza su, ma fino a un certo punto. Alcuni giocatori sono già garantiti dalla voce «bonus», appunto, inserita su vari contratti (soprattutto i più recenti) per un totale di circa 10 milioni di euro qualora i giallorossi a maggio si ritrovassero a festeggiare il tricolore. Tanto sarebbe il piacevolissimo costo aggiuntivo per la società, circa la metà (4.9 milioni) l’ammontare in caso arrivasse «solo» la qualificazione alla Champions. Non si tratta dei premi fissati dal club in corso d’opera, bensì la somma dei bonus individuali già pattuiti con i singoli. Ma non con tutti: Totti, ad esempio, non percepirebbe un euro in più visto che ha preferito firmare un contratto standard senza premi aggiuntivi. Per De Rossi e Borriello, invece, il risultato sportivo pesa tantissimo. Il centravanti ha già guadagnato 300mila euro alla prima presenza e ne prenderà altrettanti per la salvezza: i cosiddetti premi facili.

Se i giallorossi dovessero proseguire in un cammino da scudetto, scatterebbe in automatico una trattativa per un premio di squadra da dividere poi fra i calciatori. A Trigoria se ne parla ancora a bassa voce e non mancano i malumori per i ritardi fisiologici nel pagamento degli stipendi: in questi giorni la società sta saldando gli emolumenti, come piace dire a Lotito, di agosto. Una prassi comune in tutti i club di serie A, sempre più con l’acqua alla gola.

I successi sul campo possono aiutare parecchio. Più vinci più incassi, una regola che non vale soltanto per i giocatori. Spulciando la lunga relazione sul bilancio chiuso al 30 giugno 2013 (che verrà approvato lunedì prossimo in assemblea) si scopre infatti che il solo Zanzi guadagnerebbe 300mila euro in più e si unirebbe al coro «Bonus! Bonus! Bonus!» in caso di ingresso della squadra nell’Europa che conta. A dire il vero, il CEO voluto da Pallotta e «guidato» a distanza dal predecessore Pannes non si può comunque lamentare: il suo stipendio «base» ammonta a 927mila euro lordi. E con la Roma in Champions supererebbe il milione e duecentomila euro che Rosella Sensi si auto-assegnava.

Sabatini ha fatto la stessa scelta di Totti, niente premi e un contratto da 1,074 milioni lordi, gli stessi che percepiva Franco Baldini. Per scelta, perché l’ex dg decise di rinunciare a circa 500mila euro per equipararsi a Sabatini. In cambio, avrebbe addirittura triplicato il suo guadagno qualora la sua Roma fosse arrivata a vincere tutto. Purtroppo per lui è rimasta completamente a mani vuote.

Al suo posto si è insediato Baldissoni: anche per il dg in carica c’è un bonus da 150mila euro legato alla Champions, da aggiungere all’emolumento da 612mila. Di tremila euro più alto i bonus del COO Fenucci (138mila euro) che ne guadagna 545mila di stipendio più 136mila per il ruolo svolto nel cda, ma deve ancora rinnovare il contratto in scadenza il prossimo giugno.