rassegna stampa

Sabatini sicuro Garcia non si tocca

(Il Tempo – E.Menghi) – È un po’ come se fosse cresciuto anche lui insieme a questa Roma. Ha cominciato a lavorarci tre anni fa Sabatini e certo non ha perso il vizio di tirar fuori paroloni dal suo vocabolario ricercato, ma in...

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(Il Tempo - E.Menghi) - È un po’ come se fosse cresciuto anche lui insieme a questa Roma. Ha cominciato a lavorarci tre anni fa Sabatini e certo non ha perso il vizio di tirar fuori paroloni dal suo vocabolario ricercato, ma in qualcosa è cambiato, perché la società non poteva più aspettare talenti in erba e aveva bisogno di giocatori già fatti. Così il ds giallorosso, pur non rinunciando a portare nella Capitale ragazzini come Jedvaj, si è concentrato sui più esperti e pronti Maicon, De Sanctis, Benatia, Strootman e quel Gervinho che senza il suggerimento di Garcia non avrebbe mai notato, per sua stessa ammissione.

«Abbiamo dovuto fare delle scelte in parziale controtendenza, per dare un pochino più di solidità e carisma alla squadra. Lamela? Mai nominato il Napoli, ho solo detto che è stato "aggredito" con offerte importanti, ma non lo abbiamo venduto solo per questo». Grazie anche al suo mercato, fatto per la prima volta senza l’ausilio di Baldini che da Londra ha provato comunque a metterci lo zampino, la Roma si presenta da capolista contro il Napoli secondo in classifica e ha l’obiettivo di proseguire questa marcia trionfale. Ma Sabatini preferisce usare la cautela, perché conosce le doti dell’avversario: «Il Napoli ha impresso una svolta tecnica fulminea dopo l’uscita di Mazzarri, Cavani e Campagnaro, con scelte immediate e molto remunerative. Si sono dati un respiro internazionale. Chi toglierei a Benitez? Cinque o sei giocatori. Ha una squadra fortissima. Per quanto riguarda i tifosi, noi non possiamo scontare ricatti reiterati che vanno avanti da 25 anni. Sono una cosa riprovevole».

Il riferimento è alla tensione tra le tifoserie, un tempo gemellate e ora nemiche. Ecco perché c’è voluto così tanto per convincere il Prefetto a far disputare la partita di venerdì sera: «Giocare in anticipo – ammette il ds ai microfoni di Radio Anch’io lo Sport – ci disturba moltissimo. È successo, ora andiamo avanti». Magari nella stessa direzione intrapresa quest’anno, quella che lo sta piacevolmente sorprendendo: «Sette vittorie consecutive nessuno se le poteva aspettare. Siamo molto soddisfatti, ma per niente appagati».

De Laurentiis non sarà all’Olimpico, dove Verdone pensava di trovarlo («però seduti a distanza per evitare gli sfottò romanisti. Se vinciamo sarà dura lavorare con lui il giorno dopo», ha detto l’attore romano): «Credo che sarà una sfida vista da oltre un miliardo di persone in giro per il mondo, io – dice il presidente del club azzurro – la seguirò da Los Angeles». All’Olimpico potrebbe invece esserci Maradona: «È una speranza per tutti. Sarebbe molto bello premiare una gara così importante con una presenza tanto importante», ha detto Sabatini a Raisport1. I giallorossi non si sentono meno forti di Napoli e Juventus: «La Roma può giocare alla pari con loro. Lo sta facendo, lo farà. Venivamo da una sorta di psicodramma (il derby in finale di Coppa Italia, ndr ), siamo contenti per aver ristabilito l’armonia». Creata ad hoc da un allenatore che in pochi conoscevano in Italia, ma che in Francia aveva già detto la sua e Sabatini se n’era accorto: «Non la considero una rivincita, ma un plus per la Roma. È stata una scelta molto fortunata. Il suo staff l’ho apprezzato dopo, il diamante però era ed è Rudi».

Perciò è pronto a blindarlo: «Ci confronteremo, magari in primavera». Il rinnovo di Totti è già arrivato e ha messo d’accordo tutti: «Francesco è "vittima" di una nuova gioventù ed è condannato a giocare ancora a lungo a calcio. Se continua così qualche calcio di rigore fra tre anni lo potrà battere». Con tanti saluti a Piola.