(Il Tempo - A.Austini)Un uomo così ama vivere di paradossi. Non c’era data peggiore della giornata mondiale contro il tabacco per organizzare l’unico appuntamento che Walter Sabatini ci concede durante l’anno. La scomoda concomitanza l’ha scoperto poco prima di entrare nella sala stampa con posti esauriti di Trigoria, e allora ha ripiegato sulla sigaretta elettronica per poter interrompere ogni tanto un discorso lungo 46 minuti. Tra boccate, battute, gag, il solito sfoggio di termini volutamente più forbiti del necessario, il diesse ha lanciato la prossima missione della Roma: vincere lo scudetto.
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Sabatini: Roma da scudetto
(Il Tempo – A.Austini) Un uomo così ama vivere di paradossi. Non c’era data peggiore della giornata mondiale contro il tabacco per organizzare l’unico appuntamento che Walter Sabatini ci concede durante l’anno.
Che mercato sta preparando?
«L’ultima stagione è stata contaminata da uno stato d’animo generato dalla "partitella amichevole" fatta il 26 maggio che ci ha fatto pensare alla reale possibilità di quel gruppo di poter essere competitivo. Abbiamo acquisito tanto denaro sul mercato e l’abbiamo reinvestito bene. Ma non pensiamo che il più sia fatto. Dato che i risultati sono stati accompagnati da una sorta di fase onirica, vorrei che ora il sogno decadesse per andare sul concreto. Dico una cosa che verrà dissacrata domani stesso: la Roma l’anno prossimo deve giocare per lo scudetto».
Lo pensa davvero?
«Tutti noi dobbiamo sapere che questo è il vero obiettivo. Abbiamo fatto 85 punti, potevamo arrivare a 88-89 e quando si parte da un numero del genere nessun dirigente direbbe: "vogliamo peggiorare".».
Dopo il rinnovo Garcia avrà un ruolo più ampio nel club?
«Non ha bisogno che sia allargata la sua sfera di competenza perché ha già un compito molto difficile: allenare la Roma. Per il resto c’è la società che lo assiste e lo asseconda qualche volta sì, altre no».
Capitolo Benatia. Ci dica tutto.
«È un grande calciatore della Roma, con un contratto che scade tra quattro anni. Il ragazzo è scivolato con qualche commento però non intendeva prendere distanze dai romanisti. È vittima di un equivoco, fa riferimento a promesse disattese ma non è andata così».
Allora ci racconti lei la verità.
«Quando ha firmato il contratto l’anno scorso voleva e meritava di più e devo dargli atto di aver rinunciato a proposte più alte della nostra. In quella circostanza gli ho detto di cercare di fare "il Benatia" e che gli sarebbe stato riconosciuto un adeguamento. Lui pensava a una misura e io a un’altra, ma sono nel giusto io. Abbiamo i nostri parametri e non possiamo fare scelte economiche devastanti. Gli abbiamo proposto un aumento non dovuto che lui ha definito iniquo e ridicolo: nessuno di noi riterrebbe ridicolo un adeguamento di 3-400 mila euro più bonus "opulenti" e step che lo porterebbero a guadagnare 2.5-2.6 milioni. Una cassa di risonanza impropria è stata prodotta dal procuratore Sissoko, che considero un menestrello alla ricerca di una corte che lo alberghi».
Addirittura?
«Non lo dico in modo offensivo. Sissoko, oltre ad offrire di soppiatto a Garcia alcuni giocatori, spara sentenze, ipotizza prezzi. Ha detto che gli sembra congruo un valore di mercato di 30 milioni, che io considero il prezzo del piede sbagliato di Benatia. Quello del piede "giusto", il destro, è un milione in più quindi il totale fa 61 milioni. Allora i signori che hanno offerto, maldestramente e fuori legge, 4-5 milioni al ragazzo devono proporci una cifra consequenziale. Benatia resterà a meno che qualcuno si presenti con 61 milioni: in quel caso mi sento di dire che non sarà più un giocatore della Roma».
Come andrà a finire?
«Auspico voglia rimanere, di Benatia è in vendita solo lo stato d’animo. Si aggiusterà, mi dovrà chiarire quali sarebbero le promesse disattese, immagino lui ripenserà al tutto. Se sarà bravo e fortunato arriverà a percepire negli anni quello che qualcuno gli sta proponendo e sarà ugualmente contento».
Perché nella Roma i giocatori si permettono certe uscite e nella Juve no, vedi Osvaldo?
«Lui a Torino ha dimostrato di essere un calciatore educato, lo era anche lui con qualche scivolata dettata dal suo sistema chimico, ma ha prodotto molto di più qui. Benatia non si è permesso di fare qualcosa, è solamente scivolato su alcune cose, ma sono certo che non volesse denigrare la Roma e i suoi tifosi».
La Roma sta trattando Iturbe?
«La società si interessa a Iturbe e ci mancherebbe altro che non lo facesse. Ho ricevuto una visita mentre ero in ospedale da uno dei tanti proprietari delle quote del cartellino. È un’operazione complessa, lo stiamo seguendo come tutti i talenti».
Destro è sul mercato?
«Rimarrà alla Roma, è un calciatore fortissimo, sa che può migliorare in alcuni aspetti caratteriali e tecnici, ma 13 gol in 18 presenze non sono un fattore casuale».
Allora non vi serve un centravanti?
«Penso sia meglio un esterno con facoltà di trovare la porta spesso e di fare dei gol, anche perché abbiamo il più grande calciatore della nostra storia ancora in attività che avrà il suo spazio grazie a una condizione fisica e mentale nettamente migliorata negli ultimi anni. Totti sta dicendo e facendo cose molto importanti, come nel caso di Benatia».
Anche quest’anno ci sarà qualche cessione eccellente?
«Non abbiamo questa necessità, cercheremo di giocare con i nostri numeri e individuare altri giocatori a basso costo. Ce la faremo. Sarà un mercato sofferto, ma intelligente. Per esempio nel ruolo di Benatia non possiamo aspettare si sedimenti il suo pensiero e interverremo subito cercando un titolare che possa dare garanzie a Garcia. "Triplicheremo" alcuni ruoli per poter affrontare il doppio impegno».
Toloi e Bastos restano?
«Toloi merita la Roma e sto cercando di abbassare il prezzo: ci piacerebbe tenerlo. Su Bastos c’è una variabile legata al contratto ricco che ha con la sua squadra degli Emirati e con la loro pretesa di venderlo a certe condizioni. Cercheremo di rinegoziare tutto, altrimenti arriverà qualcuno con le stesse caratteristiche».
Taddei invece l’avete già salutato?
«Gli ho dovuto annunciare che ha poche possibilità di rimanere e lui mi ha offerto una coltellata al fegato: ha accettato con dignità straordinaria ed è rientrato nel mio ufficio per farmi i complimenti. Verrà sostituito con un calciatore di pari esperienza ma con una densità di impegni a livello europeo».
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