rassegna stampa

Sabatini: «Non sarà una Rometta»

(Il Tempo – M.De Santis) Zeman non è «uno scudo spaziale», Castan è «un giocatore efficace, dominante, importante in un reparto», Dodò «vi farà divertire», Bradley «non è un’operazione di marketing» e Tachtsidis è...

Redazione

(Il Tempo - M.De Santis) Zeman non è «uno scudo spaziale», Castan è «un giocatore efficace, dominante, importante in un reparto», Dodò «vi farà divertire», Bradley «non è un'operazione di marketing» e Tachtsidis è «un'espressa richiesta dell'allenatore».

Già questo basterebbe e avanzerebbe per avere le idee un pochino più chiare. Ma Walter Sabatini, in quasi novanta minuti di conferenza stampa e solo tre sigarette (...), è andato anche oltre. «Prenderemo anche un altro difensore centrale, se non due. A destra abbiamo già un colpo in canna: stiamo prendendo un ragazzo forte e non sarà van der Wiel. Non mi piace il termine top player, alla Roma arriveranno ottimi e buoni giocatori funzionali alle nostre esigenze. I tifosi, anche se non nell'immediato, possono legittimamente aspettarsi un nome più roboante». Meglio riavvolgere il nastro, ricominciare dall'inizio e andare con ordine. «Il nostro obiettivo è essere la Roma. Non è retorica, ma vogliamo una Roma forte, che attacchi, che porti i nostri pregiatissimi attaccanti a fare 70 gol. Vogliamo divertirci, vincendo anche qualche partita. Siamo dentro a un piano che con il tempo ci porterà a vincere. Naturalmente pensiamo alla Champions ma non posso additarlo come nostro obiettivo. La nostra vera priorità è avere una squadra che sia sempre squadra. Zeman non lo abbiamo preso per farci da scudo spaziale, ma perché la sua idea di calcio coincide perfettamente con la nostra. «Sdengo» mi sta anche rigenerando perché quando gli dico che sono preoccupato per la difesa mi dice "non ti preoccupare, attaccheremo"».

Fuori i nomi: «L'arrivo di Castan non è ancora stato perfezionato ma è molto probabile. Sta giocando in finale di Libertadores, non sarà un top player o un nuovo Thiago Silva ma è un giocatore importante. Su Bradley c'è un lavoro ben avviato. Non è un'operazione di marketing, ma un calciatore pragmatico che sarei orgoglioso di portare a Roma. Tachtsidis, lo devo ammettere, è stata una richiesta dell'allenatore che mi ha detto "prendo questo ragazzo e lo trasformo in un campione". Con loro il numero dei centrocampisti sarebbe competitivo. La Roma, comunque, ha già tanti giocatori non scarsi. Pjanic e Lamela reietti? Se l'argentino non sfonderà, mi gioco la mia credibilità e lascerò la Roma. Osvaldo è incedibile, è un grande calciatore e ha tutti i requisiti del fuoriclasse. Punirlo? La Roma "Montessori" si comporta così, ma a me basta che la butti dentro. Ritornando alla difesa, il molto probabile arrivo di Castan non risolverà tutti i nostri problemi. Ritroveremo Burdisso, ma prenderemo altri uno o due centrali. Dodò, invece, appaga il mio senso estetico del calcio. Zeman, poi, mi ha chiesto di tenere il vituperato José Angel. Lo spagnolo a volte può sembrare imbranato ma ha tutto per diventare grande. Il terzino destro? Ne sto prendendo uno, non è Van Der Wiel. Ogbonna? No, fa il centrale ed è mancino. Su Destro, invece, posso solo dire che è a metà tra Siena e Genoa. La situazione è complessa, ma la Roma vigila. Borriello e Pizarro sono nostri giocatori, ma la storia li sta emarginando. Devono necessariamente confrontarsi con la realtà. La scelta di salutare Tancredì non è un segnale di "sbaldinizzazione" della Roma, ma una decisione dettata dalle esigenze di Zeman di lavorare personalmente con i portieri». Appuntamento alla fine del mercato.