Ci risiamo. La Lazio sfida l’antagonista della Roma in campionato, il tifo si divide. Su entrambe le sponde. Sabato nell’Olimpico biancoceleste arriva la Juventus. Meglio batterla e alimentare i sogni di Champions? Oppure è il caso di «scansarsi» ed evitare di favorire la corsa giallorossa verso lo scudetto?
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La Roma tifa Lazio? Totti: è una bella lotta
A tifare Lazio non ce la farebbe proprio, ma un regalo non si rifiuta mai. Neppure dai rivali cittadini.
È il dilemma in casa laziale, lo stesso del 5 maggio 2002 quando Poborsky & Co. stesero l’Inter di Ronaldo, nonostante tutto l’Olimpico tifasse per i nerazzurri visto il rischio (scongiurato dalla Juventus) di consegnare il secondo tricolore consecutivo alla Roma. Replica a maggio 2010, con risultato decisamente diverso: 2-0 facile per la banda di Mourinho e sugli spalti i laziali a esultare.
Stavolta c’è la Juve di mezzo, ma la sostanza non cambia. Mentre il mondo laziale dibatte, i romanisti non possono far altro che osservare. E ironizzare un po’, a cominciare da capitan Totti. «Per chi tifo sabato? È una bella lotta, chiudo gli occhi e... quello che succede, succede».
A tifare Lazio non ce la farebbe proprio, ma un regalo non si rifiuta mai. Neppure dai rivali cittadini. Intanto la Roma a Bergamo dovrà ritrovare la vittoria che in trasferta che manca da Parma, quasi due mesi fa. Totti, squalificato, non potrà dare il suo contributo. «Il nostro obiettivo principale - ribadisce il numero 10 giallorosso - è il campionato. Sappiamo che sarà difficile, ma abbiamo l’organico giusto per vincere lo scudetto. È l’anno giusto? Spero e penso di sì. Questa città merita grandi successi, i tifosi hanno una passione differente rispetto agli altri».
Per il capitano ieri è stata una giornata speciale. A Milano gli hanno consegnato il «Premio Facchetti» a 20 anni dal suo primo gol in serie A. «Ho realizzato il sogno di indossare la stessa maglia con cui ho raggiunto anche dei traguardi. Pochi, ma sono contento lo stesso. Finché c’è la passione c’è tutto. Ancora mi diverto e ho voglia di giocare. Quando arriverà il momento giusto, penso tra poco, mi metterò da parte». Poi una riflessione: «Il problema di Roma? Si pensa più ai giocatori che a vincere». Gli resta ancora un anno e mezzo di contratto dal calciatore. E un ultimo sogno: «Sarà banale, ma è vincere la Champions. Al sorteggio quest’estate tutti ci davano per spacciati. Invece mancano due partite del girone e dipende solo da noi: cercheremo di passare il turno prima possibile».
La mattinata da star a Milano è anche una rivincita, visto che in platea c’erano parecchi «nemici», da Lotito a Galliani, da Marotta al dg interista Fassone, ma pure diversi amici come Malagò e Lippi. «Non m’era mai successo, sono un po’ impanicato» la battuta di Totti. Mentre Sabatini evoca «un Pallone d’oro alla carriera da istituire appositamente per lui», Galliani ammette che Francesco «è stato una nostra passione ma è giusto sia rimasto nella squadra per cui tifava», Lotito scherza sulla possibile «purga» nel prossimo derby: «Sto comprando delle farmacie in modo da adeguarmi». Poi un elogio al romanista che, a proposito di rivalità cittadine, non è stato apprezzato da tutti i laziali. «Totti è un grande campione, lo ha dimostrato con i fatti e non solo con le parole. C’è sempre stato un grande rapporto di rispetto e stima reciproco, porta un sorriso alle famiglie italiane in un momento di crisi».
Per Marotta è stato inevitabile tornare alle polemiche del capitano giallorosso dopo l’ultimo Juve-Roma. «Non ho condiviso le sue esternazioni ma l’amore per la sua squadra lo porta a farle». Da sabato si torna tutti avversari. Occhio, però, alle strane alleanze.
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