E sette! La Roma non si ferma più e nello scontro diretto per il terzo posto contro la Fiorentina dei «miracoli» manda un segnale di forza alle altre big del campionato. Corsa, gioco, spettacolo e gol: tanti gol. Stavolta sono quattro con i quali la squadra di Spalletti si conferma miglior attacco del campionato e si lancia all'inseguimento del Napoli al secondo posto con due soli punti di vantaggio (anche se oggi Sarri in casa col Chievo non avrà una gara proibitiva). Il vincitore è ancora una volta Spalletti che si lecca i baffi per quanto visto contro una delle squadre che giocano il miglior calcio del campionato e che esce dall'Olimpico con le ossa rotte. Incredibile come il tecnico toscano in meno di due mesi sia riuscito a trasformare una squadra morta in questa Roma: un capolavoro. All'improvviso funziona tutto, Perotti falso nove, l'attacco «leggero» che ora manda in panchina Dzeko senza che nessuno storca il naso. Insomma uno spettacolo vero sotto gli occhi di un Pallotta al quale torna il sorriso dopo le beghe capitoline: tra caso Totti, minacce di addio di Sabatini e stadio (ci mancava solo La Raggi: laziale doc). Finalmente una gioia.
rassegna stampa
Roma settebellezze
Fiorentina schiantata: terzo posto solitario con la settima vittoria di seguito. Quattro reti e tanto gioco: El Shaarawy, Perotti e doppietta dell’ex Salah
LE SCELTE DI SPALLETTI - Dzeko in panchina. Il toscano conferma le sensazioni della vigilia e punta sull'attacco «leggero», con Perotti a muoversi tra Salah ed El Shaarawy. E la cosa funziona, da subito, nonostante una buona partenza della Fiorentina. I tre lì davanti fanno un gran movimento, mandano spesso in affanno la retroguardia viola grazie anche a un Pjanic in formato stellare: migliore in campo indiscusso. E' lui la mente di questa Roma e quando sta bene la differenza si vede.
ROMA DECOLLA CON PJANIC - Ed è proprio un'intuizione del fantasista bosniaco a spaccare la partita: minuto 22 manda sulla fascia Salah bucando la difesa, palla dentro dell'egiziano per il connazionale El Shaarawy. Tocco di fino e tuffo di gioia che manda in delirio l'Olimpico. Quinto gol in sei partite di campionato per l'attaccante arrivato a gennaio: media-gol pazzesca. Ed è solo l'inizio perché da qui in avanti c'è solo la Roma. Tre minuti e da un altro scambio Pjanic-Salah arriva il raddoppio. Decimo gol di Salah in campionato che stavolta deve ringraziare Astori e Allah: decisiva la deviazione dell'ex giallorosso che spiazza Tatarusanu. Ma non è finita: altri due giri di cronometro e la Roma ha l'occasione per chiudere i giochi. Perotti ruba una palla alla sua maniera, si ritrova a tu per tu con l'estremo difensore viola, ma la stampa sul palo. L'appuntamento con il terzo gol però è solo rimandato, perché la Roma adesso arriva da tutte le parti e la Fiorentina, orfana di Borja Valero azzoppato, non riesce a reagire. E l'attacco leggero affonda: stavolta è El Shaarawy a fare il lavoro «nero» per Perotti che mette in rete e ringrazia: 3-0.
LA MUSICA È CAMBIATA - Tutto perfetto, ma mentre le due squadre stanno andando all'intervallo, Digne rischia di rovinare tutto. Chiude male su Tello in area e Irrati (non esattamente un fulmine di guerra) non ha dubbi: è rigore. Dal dischetto Ilicic accorcia: 3-1. Probabilmente qualche tempo addietro la Roma avrebbe accusato il gol incassato nel finale e sarebbe rientrata in campo timorosa: ma così non è più. La squadra di Spalletti rientra in campo dopo l'intervallo e ricomincia a martellare: inesorabile. Così, il quarto gol è solo questione di tempo e dopo un tiro alto di Perotti (sempre imbeccato da Pjanic), il folletto bosniaco ne inventa un'altra delle sue. Gran lancio a scavalcare la difesa, presa in controtempo, per Salah: l'egiziano non sbaglia, fa 4-1 e diventa il nuovo cannoniere giallorosso a quota 11.
STANDING OVATION TOTTI - Minuto settantasei, Spalletti regala un quarto d'ora a Totti accolto dall'Olimpico con una standing ovation: tutti in piedi. De Rossi in tribuna sorride, l'angolo del capitano s'infiamma e l'Olimpico rischia di esplodere quando nel finale scheggia il palo con una «sua» punizione. Sarebbe stata la ciliegina sulla torta. Spalletti tira un sospiro di sollievo.
(T. Carmellini)
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