Non basta prendere un bomber per risolvere il problema del gol che si trascina da più di un anno. L’arrivo di Dzeko, il terzo miglior attaccante della Premier League negli ultimi 5 anni grazie ad una media di 0,7 reti a partita, non ha cancellato i vecchi fantasmi e anche in questa stagione, dopo appena 5 giornate, è tornato d’attualità lo scarso cinismo della Roma. Garcia sa che il bosniaco è il sorvegliato speciale, a lui si chiede qualcosa in più degli altri da questo punto di vista e invece finora ha centrato la porta una sola volta. Ma sarebbe quantomeno avventato bruciare subito il «latte sul fuoco», seguendo la metafora del francese dopo il primo ko stagionale in casa della Samp. Il male è comune, e non per questo mezzo gaudio, perché si riscuote sui risultati e rende incredibilmente brutta la classifica: i giallorossi hanno 7 punti in meno dello scorso anno e 7 in meno dell’Inter capolista. Garcia ha distribuito le colpe tra difesa e attacco, i dati gli danno ragione in ogni caso e disegnano una parabola discendente che non si può certo ignorare.
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Roma, riecco il mal di gol
Nonostante l’arrivo di un centravanti come Dzeko si segna sempre meno Rispetto ai primi due anni di Garcia peggiorata la media reti realizzate
La prima Roma di Rudi, a questo punto della stagione, aveva realizzato 12 gol, subendone 1. La seconda ha incassato lo stesso numero di reti, segnandone 9. La terza, quella di oggi, ha fatto 8 gol e ne ha presi 6. Il mini-bilancio di inizio campionato racconta un peggioramento di entrambe le fasi decisive di un match e la conseguenza è che, pur giocando una gara intensa e creando molto, la prestazione passa in secondo piano rispetto al risultato. Anche se da buone fondamenta di gioco si possono trovare gli appigli giusti per ripartire. Il continuo cambio di uomini in difesa non aiuta, finora si sono viste 4 linee diverse in 5 partite, davanti invece il problema sembra andare oltre i giocatori schierati.
Se, infatti, nella prima annata di Garcia la squadra era riuscita ad imporsi 19 volte su 38 con almeno 2 gol di scarto, dalla passata stagione ad oggi la scarsa lucidità sotto porta a ridotto le «gare da over» a 10 in 43 sfide totali. A Frosinone è arrivato un 2-0 deciso solo nel punteggio finale, perché la prestazione è stata tutt’altro che facile e controllata e i ciociari hanno inquadrato lo specchio più volte dei giallorossi (5 contro 3). La precisione al tiro è mancata anche a Genova, dove la Samp ha avuto un 60% di efficacia e la Roma il 57%, nonostante ci abbia provato il triplo delle volte. L’anno scorso è mancato un vero capocannoniere, il migliore è stato Totti, che comunque aveva segnato meno della metà dei re dei gol Toni e Icardi.
Stavolta la Roma ha un bomber in casa, Dzeko, che per necessità tattiche viene spinto troppo spesso lontano dall’area, rendendo vani i cross dei compagni. Serve lavorare, Garcia ha chiesto alla squadra di farlo al massimo nonostante le difficoltà. La sfida casalinga con il Carpi è – sulla carta – l’occasione giusta per mettersi alle spalle i problemi di gol, fatti e subiti.
(E. Menghi)
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