rassegna stampa

Roma prima e triste

( Il Tempo – T.Carmellini )    La flessione giallorossa è evidente e forse per certi versi fisiologica per una squadra che fin qui ha fatto miracoli, ma che se gioca con le riserve non può garantire lo stesso rendimento.

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( Il Tempo - T.Carmellini )    La flessione giallorossa è evidente e forse per certi versi fisiologica per una squadra che fin qui ha fatto miracoli, ma che se gioca con le riserve non può garantire lo stesso rendimento. E sarebbe riduttivo addossare al povero Giacomelli, arbitro giovane e inesperto che non avrebbe mai dovuto arbitrare la capolista dopo quanto successo a Torino, la colpa di questo pareggio che assomiglia maledettamente a una sconfitta. L’arbitro e il rigore diciamo «dubbio» non devono diventare un alibi per Garcia & Co. incapaci di chiudere la parita quando ne hanno avuto, più volte, l’occasione.

La Roma è stanca, malconcia e se le togli tutti gli attaccanti che ha (oltre a Totti, Gervinho e Destri infortunati ieri si è bloccato anche Borriello dopo mezz’ora), può succedere che non vinci una partita. Tra Totti e Caprari ci sarà un po’ di differenza o no!?

Resta l’amaro in bocca per una gara dominata in largo e lungo che la Roma dopo i primi venti minuti di assestamento ha giocato praticamente a una porta senza rischiare mai nulla. Dopo l’autogol di rimpallo di Longhi con il quale i giallorossi si sono portati avanti, non è stata più una partita: ma invece lo era eccome.

Perché se sbagli tutto e di più, commetti errori clamorosi davanti al portiere come ha fatto ieri Ljajic nella ripresa, poi non ti puoi lamentare se non vinci. Certo, rimediare gol in quel modo al 94esimo da Berardi, dopo una serie di rimpalli e un mischione davanti ai pali di De Sanctis, fa male davvero. E ricorda molto la Roma dello scorso anno, quando tutto girava storto: soprattutto se poco prima sei stato cinque minuti attorno alla bandierina avversaria a tener palla.

Il campanello d’allarme era arrivato al quarantesimo quando De Sanctis aveva salvato uscendo bene sul contropiede di Floro Flores innescato dall’errore di Burdisso. Ma la Roma non ha capito, ha abbassato la guardia forse convinta di aver portato via la partita e a tempo abbondantemente scaduto è stata punita.

Finisce così tra i fischi di Giacomelli il grande contestato della giornata, l’operato del quale non sembra esser andato giù al popolo romanista mai così numeroso all’Olimpico: quasi cinquantamila persone per la sfida contro il Sassuolo finalmente di domenica pomeriggio.

Il bilancio fin qui resta comunque positivo: la Roma viaggia ancora in vetta alla classifica con un punto di vantagio sulla Juve, che ieri sera ha battuto in casa il Napoli (anche qui almeno un paio di episodi dubbi a favore dei bianconeri), con dei numeri che erano e restano da capogiro dopo dodici giornate. Dieci gare vinte (consecutive) e due pareggi con solo tre gol incassati da De Sanctis che resta il portiere meno battuto dell’intera serie A.

Garcia ora dovrà essere bravo a fare di questo pareggio tesoro. E forse anche dei quindici giorni di riposo che gli impegni delle nazionali mettono tra qui al prossimo appuntamento con il campionato. La Roma giocherà ancora in casa contro il Cagliari (lunedì 25 novembre ore 20.45). Il tecnico francese, che saggio era stato a stimolare e dar supporto alle seconde linee nel momento del bisogno, dovrebbe ritrovare qualche titolare «pesante»: a partire da Gervinho, per non parlare della difesa titolare mancata in occasione degli ultimi due pareggi.

E probabilmente ripenserà a quelle scelte, stavolta obbligate, che già in passato non avevano dato i frutti sperati: sarà un caso ma in tutte e tre le occasioni nelle quali la Roma ha incassato gol, non c’era Pjanic nei tre di centrocampo. Coincidenza? Forse, ma difficile.