Una malattia chiamata rimonta. Un male sconosciuto a Di Francesco nella passata stagione, ma storicamente affezionato alla Roma che di ribaltamenti clamorosi ne ha subiti parecchi negli ulti mi vent'anni, tornato a galla assieme a tutte le fragilità caratteriali di quest'anno, come riporta Il Tempo.
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Roma, maledetta rimonta
I primi sintomi sono iniziati col Chievo a metà settembre, dal 2-0 del primo tempo al 2-2 finale, poi a Napoli il gol in extremis di Mertens
I primi sintomi sono iniziati col Chievo a metà settembre, dal 2-0 del primo tempo al 2-2 finale, poi a Napoli il gol in extremis di Mertens a pareggiare i conti dopo la rete di El Shaarawy, infine Cagliari, un campo maledetto per i giallorossi, che si sono fatti riprendere nonostante il doppio vantaggio e la superiorità numerica. Totale punti persi 6, arriviamo a 7 contando il dispetto di Cutrone al 95’ a San Siro, dopo il botta e risposta Kessie-Fazio. Con quelli la Roma sarebbe oggi al 4° posto, attaccata all'Inter, in piena corsa Champions e invece è ottava, in ritiro punitivo per la seconda volta in stagione, con tutto da perdere domenica in casa col Genoa.
"Non capiscono che le partite durano 90 minuti". Pallotta analizzando il finale shoccante della Sardegna Arena ha centrato il punto, perché questa squadra il nemico ce l’ha in testa e fino a quando non capirà che deve tirar fuori gli attributi per vincere le partite continuerà ad intimorirsi al primo gol subito. Questione di carattere, grinta, cattiveria. Tutto quello di cui era fornita l’anno scorso: non le era mai successo di sprecare un vantaggio di 2-3 gol, c’era stato un 1-1 col Sassuolo con gol di Missiroli al 78’ e lo stesso risultato con l’Inter all’85’, rete di Vecino, cose che capitano nel calcio.
Adesso, però, è tornato d'attualità un antico vizietto con cui tantissimi allenatori hanno fatto i conti, da Carlos Bianchi a Spalletti, e tre presidenti, Franco Sensi, la figlia Rosella e Pallotta, non sono riusciti a debellare. Loro malgrado sono stati tutti testimoni di partite sciagurate che sono entrate nella storia, ad esempio il clamoroso 4-3 dell’Inter nella Supercoppa italiana del 2006: gol di Mancini e doppietta di Aquilani, 3-0 a San Siro dopo 34 minuti, poi Vieira (doppietta), Crespo e Figo fanno accadere l'impossibile. Stesso risultato e stesso modus operandi nel febbraio del 2011, Genoa-Roma, dallo 0-3 parziale al 4-3 finale, con tanti saluti a Ranieri dopo la clamorosa rimonta subita.
In Europa la cattiva abitudine si conferma, basti pensare a Bayer Leverkusen-Roma 4-4 dell’ottobre 2015. La qualificazione agli ottavi di Champions arrivò lo stesso, mala formazione di Garcia a 6 minuti dalla fine vinceva 4-2... In Europa League è successo con Spalletti in panchina di vedere al 70’ i giallorossi sul 3-1 contro l’Austria Vienna, salvo poi farsi rimontare fino al 3-3 finale. Sono più di 30 i ribaltoni assurdi subiti negli ultimi 20 anni, tantissimi i punti lasciati per strada. E troppi rimpianti.
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