Non è una finale, ma poco ci manca. Perché il preliminare con il Porto è il primo atto di una doppia sfida capace di spostare gli equilibri di un’intera stagione. «È una partita molto importante per il club, per me e per la vita e la carriera dei calciatori» secondo Spalletti, che contro i portoghesi ha giocato quattro volte senza mai perdere quando allenava lo Zenit. Per De Rossi la posta in palio è altissima: «Questo playoff cambierà tutta la stagione: non è una finale, ma è paragonabile ad un quarto o un ottavo. Devi mantenere la qualificazione con un testa a testa come dopo il girone di Champions».
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Roma, la prima vale oro
Stasera in casa del Porto l’andata dei preliminari di Champions Spalletti: "Una gara che ci cambia la vita". De Rossi: "Sarà battaglia"
Sperando che non finisca come con il Real Madrid sei mesi fa, con tutte le proporzioni da fare nel confronto tra gli avversari di ieri e quelli di oggi. «Non ci spaventa un singolo giocatore del Porto, piuttosto il collettivo, il loro modo di giocare e di riciclarsi. Non possiamo stare tranquilli», avvisa il centrocampista giallorosso che inizierà l’annata da capitano (Totti va in panchina, dove non troverà posto uno tra Iturbe e Gerson).
Accanto a De Rossi sicuramente ci sarà Strootman, l’unico a cui Spalletti ha annunciato l’impiego in conferenza stampa, tacendo i nomi degli altri 10 giallorossi. Il primo ballottaggio è in porta: «Sceglierò il migliore tra Alisson e Szczesny di volta in volta, come per gli altri ruoli». È in vantaggio il brasiliano che ha fatto tutta la preparazione con la squadra mentre lo slovacco titolare della passata stagione si godeva la luna di miele aspettando notizie sull'asse Roma-Arsenal. Altro dubbio riguarda l’attacco: Dzeko sull’onda positiva delle amichevoli dovrebbe iniziare la gara e a lui il tecnico chiede di «aiutare i compagni. Voglio calciatori dentro la partita, mi aspetto questo da tutti. In una gara ci sono 50-55 minuti di gioco effettivo e 22 calciatori in campo, un giocatore tocca la palla per un minuto e mezzo e per i restanti deve fare qualcos’altro bene. Se Edin giocherà, mi aspetto che faccia questo».
Perotti e Salah insieme a lui, con El Shaarawy che sembra destinato alla panchina. Non sarà nemmeno in tribuna Bruno Peres, sbarcato ieri nella capitale per visite mediche e firma sul contratto (in tempo per metterlo in lista Uefa e renderlo disponibile per il playoff di ritorno), ma a Oporto si è parlato molto del suo arrivo che ha reso più felice Spalletti e più completa la Roma: «Con Peres abbiamo l’alternativa che ci mancava. Possiamo giocare a tre o a quattro dietro, sono due armi e due possibilità che vogliamo sfruttare. Herrera? Alcuni club italiani volevano portarlo in A, io non l’ho cercato per la Roma, però è un calciatore forte. Ne ho altri forti come lui e sono contento dei miei. Siamo pronti per questa sfida».
Si sente bene De Rossi dopo gli acciacchi dell’Europeo: «Quando diventi ìvecchio” devi lavorare ancora di più. Lo sto facendo e mi sento in forma. Io - ha aggiunto - non ho mai fatto un preliminare di Champions, ho fatto qualche finale di Supercoppa ad agosto, ma è diverso». Nella preseason ad impressionarlo è stato colui che potrebbe togliergli il posto (ammesso che resti): «Paredes è tornato più maturo: era un ragazzino, ma un campionato con Giampaolo gli ha fatto bene».
Espirito Santo ha studiato tutti i giallorossi, ma non li teme: «Sappiamo di poter vincere e abbiamo voglia di vincere. Lotteremo su ogni palla e in ogni metro. La Roma è forte, ha grandi giocatori, sarà difficile ma ce la giocheremo. La nostra forza sarà il Drago». Cioè lo stadio: ci saranno quasi 50 mila spettatori sugli spalti.
(E.Menghi)
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