(Il Tempo) Doveva essere il giorno di Italo Zanzi, lo è stato fino a un certo punto. Senza nulla togliere al nuovo grande capo, scelto dagli americani per mettere ordine nella Roma e far sentire giorno dopo giorno la presenza della proprietà, il pomeriggio di ieri è servito a scoprire ancor di più l'entusiasmo e i progetti di James Pallotta.
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Roma in Champions e De Rossi resta
(Il Tempo) Doveva essere il giorno di Italo Zanzi, lo è stato fino a un certo punto.
Alla sua prima conferenza stampa da presidente, tra un siparietto e l'altro con giornalisti e fotografi, il proprietario del club ha fissato l'ingresso in Champions League come obiettivo a breve scadenza, lo scudetto e il nuovo stadio entro cinque anni. Poi, di fatto, ha tolto De Rossi dal mercato. «Vogliamo costruire una delle più grandi squadre al mondo, in grado di competere per la Champions per i prossimi 10 anni - attacca Pallotta - saremmo dispiaciuti se non dovessimo centrarla quest'anno, lo stesso vale per le prossime stagioni. Puntiamo a costruire un marchio forte, globale e per riuscirci abbiamo bisogno di vincere sul campo. Non abbiamo intenzione di stravolgere il nostro piano d'investimenti a seconda dei risultati, comunque siamo ancora in piena corsa per entrare in Europa: la squadra è giovane, sta migliorando e lo ha fatto vedere nelle ultime 4-5 gare, anche a Verona. Siamo soltanto all'inizio: sono passati appena sei mesi da quando sono al vertice del club. Di Benedetto? Fa ancora parte del cda».
La strada è lunga, il traguardo chiaro. «Mi piacerebbe sapere esattamente quando vinceremo lo scudetto: purtroppo non conosco la risposta, l'obiettivo è centrarlo entro cinque anni come è successo con i Boston Celtics». La Roma americana è sicura di farcela, nonostante i tanti ostacoli che deve ancora superare. «Non mi conoscete abbastanza - sottolinea Pallotta - sono un tipo che non si accontenta mai, sarò pienamente soddisfatto quando riusciremo a raggiungere tutti gli obiettivi. Non sono qui per divertimento, l'ultima cosa che voglio è farmi prendere a calci da voi giornalisti ogni settimana se la squadra non va bene». Ma perché questo signore ha scelto di investire i suoi soldi proprio in questo «manicomio»? «Le miei radici sono qui e oggi più che mai sono convinto che la Roma sia il brand più sottostimato al mondo». Capitolo De Rossi. Per la prima volta dalla proprietà arriva un messaggio chiaro sulla questione più spinosa del momento. «Non abbiamo assolutamente intenzione di venderlo, non abbiamo chiamato nessuno, né ricevuto chiamate. Ho trovato esilarante leggere sui giornali di tutte queste presunte trattative... Sono solo speculazioni».
Baldini, chiamato in causa da Pallotta sull'argomento, conferma che il club non intende vendere il centrocampista. La Roma vuole concentrarsi su altro: mancano pochi dettagli per la firma del contratto per il progetto del nuovo stadio a Tor di Valle. «Mi sarebbe piaciuto già oggi poter fare un annuncio - conferma Pallotta - purtroppo non siamo ancora così avanti». Ma non è escluso che si riesca ad accelerare per arrivare all'ufficializzazione prima della partenza del presidente per gli States, in programma dopo la partita di sabato con il Milan. «La prima cosa sarà individuare una location e su questo stiamo lavorando. Pensiamo di poterlo costruire entro i prossimi 5 anni, magari anche prima». Senza sfruttare leggi ad hoc, come ha fatto la Juventus e come confermato dal consigliere Baldissoni: «Al di là delle eventuali leggi che potranno facilitare questo percorso è nostra intenzione costruire lo stadio. Non attendiamo sviluppi normativi».
Arriva poi il momento di Zanzi, la cui nomina da «CEO» e il relativo contratto di 3 o 4 anni verranno ratificati dal cda in programma domani. «Italo è la persona giusta, guiderà la squadra nel migliore dei modi insieme agli altri dirigenti: sarà un Global Ceo, in grado di gestire tutto» assicura Pallotta. È stato il presidente in persona a «introdurre» il nuovo dirigente nello spogliatoio ieri mattina: «Sarà il nostro riferimento qui a Trigoria», ha spiegato ai giocatori, mentre Pannes ha salutato tutti. In sala stampa, dopo il passaggio di testimone con il predecessore e un discorso iniziale letto in italiano («lo sto studiando»), l'omone venuto da New York si scioglie e fa uscire fuori il suo carisma rispondendo alle domande in spagnolo e in inglese. «È un grandissimo onore e un privilegio - dice Zanzi - guidare uno dei miglior club di calcio al mondo. Sotto la guida di Pallotta e Pannes la Roma ha creato una piattaforma unica e competitiva, ora la mia responsabilità è ingrandire questa base e continuare a costruirla. Nessuna struttura organizzativa può garantire risultati, ma prometto che il nostro impegno sarà maggiore di qualunque altra squadra». Roma sogna con lui.
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