Nero come il cielo della domenica di Roma. L’umore il giorno dopo una sconfitta con la Juventus è sempre pessimo. Se poi arriva in quel modo, fa ancora più male, come riporta Il Tempo.
rassegna stampa
Roma eterna incompiuta
Possesso palla, dominio territoriale, tiri verso la porta, tutto bellissimo, ma vince chi segna e questo lo ha fatto solo la Juventus
Sabato, contro la versione dei bianconeri più "giocabile" degli ultimi dieci anni, gli uomini di Fonseca sono andati a lezione di calcio: possesso palla, dominio territoriale, tiri verso la porta, tutto bellissimo, ma vince chi segna e questo lo ha fatto solo la Juventus. Con un dato paradossale: nella ripresa si contano dieci conclusioni della Roma e nessuna della squadra di Pirlo.
Peccato che il gol lo abbia fatto Ibanez, ma nella porta sbagliata, mentre dall’altra parte Szczesny ha dormito sonni piuttosto tranquilli. Ormai è una legge. Da Napoli in poi i giallorossi hanno una frustrante costanza: perdono tutti gli scontri diretti, o al massimo li pareggiano nel finale come contro l’Inter, e rischiano così di vanificare la preziosa dote accumulata contro le cosiddette "piccole". Un pareggio e quattro sconfitte, quindici gol subiti e tre segnati, questo il drammatico ruolino di marcia contro Napoli, Atalanta, Inter, Lazio e Juve, tra evidenti limiti di personalità e fragilità difensiva: mai così male il dato delle reti subite negli ultimi nove anni.
A fronte del disastro nei big-match, c’è un rendimento perfetto in tutte le altre partite: la Roma ha fatto en-plein contro le squadre della parte destra della classifica, 30 punti su 30 che aggiunti agli altri 10 raccolti qua e là contro le squadre migliori la tengono al quarto posto, anche se da ieri in condominio con la Lazio, avanti grazie al derby vinto. Fonseca rimane così perennemente sotto esame. Dagli elogi alle critiche, un’altalena continua. Lui è il primo a giocarsi il posto con i risultati: il suo contratto si rinnova in automatico in caso di accesso alla Champions, altrimenti sarà difficile immaginare la conferma.
Tiago Pinto è il suo principale alleato in società, i Friedkin osservatori per adesso apparentemente distaccati ma Ryan ha già un ruolo centrale nelle scelte tecniche, supportato dall’uomo dei dati Charles Gould, che gli ha suggerito Pinto, sta cercando un nuovo manager per l’area ricavi e fornirà numeri utili anche per l’eventuale scelta dell’allenatore. In sottofondo, ma neppure troppo, c’è il caso-Dzeko. Reintegrato in rosa ma senza fascia da capitano. La vera pace con Fonseca, se mai arriverà, è ancora da sancire.
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