Un'altra lesione più grave del previsto, la terza in una stagione iniziata da appena due partite ufficiali, la maledizione che torna. Su questo specifico aspetto, alla Roma sembra che tutto cambi per restare uguale e diventa difficile, anzi impossibile, darsi una spiegazione logica. Perché semplicemente non esiste. Stavolta è Zappacosta a fermarsi a causa di una lesione di secondo grado al muscolo soleo del polpaccio sinistro, con una prognosi stimata fra le tre e le quattro settimane. Considerando l'entità dell'infortunio e il punto piuttosto delicato, si può già dare per certo che il terzino arrivato in prestito dal Chelsea salterà tutte le partite di settembre: Sassuolo, Bologna, Atalanta e Lecce in campionato e il debutto in casa con l’Istanbul Basaksehir in Europa League. Nella migliore delle ipotesi tornerà disponibile a cavallo tra la trasferta in Austria col Wolfsberger (3 ottobre) e la gara interna con il Cagliari di tre giorni dopo, ma non è escluso che a quel punto decisa di rientrare direttamente dopo la seconda sosta, il 20 ottobre a Genova con la Samp. E la dinamica dello stop a lasciare basiti: Zappacostasi è fatto male uscendo dal tunnel dell'Olimpico per il riscaldamento del derby, ancor prima di iniziare gli esercizi veri e propri. Un banale scatto, una fitta e il dolore che gli ha fatto subito capire la situazione: così dopo un veloce confronto con Fonseca e il medico ha alzato bandiera bianca, riporta "Il Tempo".
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Roma, ci risiamo: maledizione infortuni
Si è fermato Zappacosta e prima di lui Spinazzola e il più grave di Perotti
È il secondo terzino a finire in infermeria dopo Spinazzola, che avrebbe giocato contro la Lazio titolare a destra se non stesse ancora recuperando dalla distrazione al bicipite femorale sinistro riscontrata il 21 agosto. Anche ieri, alla ripresa degli allenamenti, ha svolto lavoro individuale, il programma prevede un graduale rientro in gruppo nei prossimi giorni per riaverlo disponibile il 15 settembre col Sassuolo: "Sono sulla via del recupero" ha scritto ieri sui social. In mezzo agli infortuni dei due difensori c'è stato quello, ancora più grave, di Perotti. L'ennesimo di una carriera che raccontala fragilità totale dell'argentino. Ora deve curare una lesione miotendinea al retto femorale sinistro accusata durante la rifinitura di Roma-Genoa (quindi un allenamento leggero...) che non lo farà tornare in campo prima di fine ottobre - inizio novembre. Perotti aveva addirittura pensato di smettere qualche anno fa, costantemente alle prese con problemi fisici tra Spagna e Argentina, poi alla Roma sembrava aver ritrovato la salute e il sorriso, ma ormai da due anni è un continuo dentro e fuori dall’infermeria. Ed è inutile dire che il suo morale è tornato sotto i tacchi. Fonseca e la società hanno provato a "consolarlo" inserendolo comunque nella lista Uefa consegnata ieri, ma nel frattempo Petrachi è dovuto correre ai ripari acquistando Mkhitaryan nell’ultimo giorno di mercato. Perché la Roma su Perotti non sa quanto e quando potrà contarci e lo stesso vale anche per Pastore, di nuovo fermo durante l'estate. Come Veretout, arrivato con una caviglia da curare e di conseguenza lontano dalla condizione dei compagni. Gli infortuni, quindi, continuano a penalizzare pesantemente i giallorossi dopo una stagione da oltre 50 infortuni, che ha fatto infuriare Pallotta. Nel frattempo l’allenatore ha portato un nuovo staff di preparatori, la società ha affiancato i medici Manara e Costa al responsabile Causarano, è stato ingaggiato il fisioterapista Greco, mentre Petrachi ha portato l’"educatore alimentare" Ancora. Tutte figure inserite in un'equipe via via sempre più all'avanguardia, che lavora in una Trigoria in continuo rinnovamento: in questi giorni si sta rifacendo il campo «B». Manca solo l’esorcista.
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