Il toscano a Trigoria non passa mai di moda. Prima Luciano Spalletti e adesso, di nuovo, Franco Baldini. Incredibile ma vero: il direttore sportivo dell’ultimo scudetto giallorosso, che tra mille dubbi era tornato nel 2011 alla Roma diventata nel frattempo «americana», salvo poi dimettersi dopo soli due anni, sta per accettare il terzo mandato. L’artefice del clamoroso ritorno-bis è James Pallotta. Il presidente non ha mai allentato i contatti con il dirigente di Reggello e gli ha chiesto con insistenza di rimettersi al suo fianco una volta terminata l’avventura al Tottenham.
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Roma-Baldini, non c’è due senza tre
Pallotta convince il dirigente di Reggello: pronto il terzo mandato Sarà consulente esterno aspettando l’addio di Sabatini
A dicembre lo ha coinvolto ad esempio nel giro di consultazioni su Spalletti, poi lo ha incontrato a fine maggio a Londra e alla fine Baldini ha ceduto. Il nuovo incarico è in via di definizione, inizialmente sarà a metà fra il «consulente» esterno e un ruolo operativo «a distanza»: Franco vuole mantenere la sua base operativa a Londra e si affaccerà di tanto in tanto a Roma.
Da qualche mese si sta già occupando di strategie commerciali del club, sfruttando la sua rete di rapporti internazionali ha messo in contatto Pallotta con alcuni potenziali sponsor, ma il futuro a medio termine potrebbe riportare Baldini al centro della società.
Molto dipenderà dalle scelte dell’imprevedibile Sabatini, che ha spiazzato la proprietà con le sue continue richieste di dimissioni anticipate, al momento rientrate. Ma il diesse si sente vicino al capolinea e ha il contratto in scadenza a giugno 2017. Se non dovesse rinnovarlo, allora Pallotta chiederebbe a Baldini di prendere in mano le redini della Roma, anche se a quel punto non sarà facile convincerlo. Intanto, riaffidandogli un incarico in società, si è tutelato in anticipo. Con buona pace di Sabatini, che a sua volta non ha mai perso il feeling con Baldini e di certo non si opporrà al suo ritorno in questa nuova veste.
Uomo del mercato dei Sensi dal 1998 al 2005, fino a diventare una sorta di «reggente» unico della Roma, Baldini alzò i tacchi qualche mese prima dell’arrivo di Spalletti, quando ormai si sentiva di troppo. Nel 2011 è «ricomparso» da direttore generale portando con sé Sabatini e Fenucci, ma il suo scarso entusiasmo iniziale si è tramutato in fretta in una resa anticipata. Adesso ha deciso di riprovarci, da dietro le quinte. Oltre alla fiducia incondizionata di Pallotta, sarà proprio il rapporto con Spalletti a «cementificare» la nuova collaborazione. Quella cena del 10 maggio nel ristorante dell’allenatore a Firenze era un primo indizio: Baldini e il tecnico seduti al tavolo insieme, a parlare di Roma, immortalati dai curiosi in uno scatto che in poche ore ha fatto il giro della rete.
Sembrava una semplice chiacchierata fra vecchi amici ed ex compagni di squadra al Viareggio, in realtà stavano gettando le basi del futuro. Spalletti, che fatica a dialogare sulle questioni tecniche con gli americani, si sente tutelato dalle figure di Baldissoni e Baldini e spera possano riformare il trio dirigenziale con Sabatini. Qualora Walter dovesse invece andar via, l’allenatore avrebbe comunque un riferimento in più su cui contare.
Il toto-scrivanie non finisce qui. Resta da individuare il «mister X» che sostituirà Italo Zanzi: il cda ha conferito le deleghe al dg Baldissoni fresco di rinnovo triennale, ma presto dovrebbe essere nominato un nuovo manager. E sembra che stavolta si tratterà di un italiano.
Intanto Baldini c’è ma non si vede. Prima o poi dovrà sbucare nei corridoi di Trigoria e, ironia del destino, lo farà proprio nell’ultimo anno da calciatore di Francesco Totti. Ma questa è un’altra storia, ormai decisa. E chissà se quando il capitano sarà diventato dirigente, scatterà finalmente l’amore.
(A.Austini)
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