Una sorpresa per tutti. La Roma, Pallotta e persino per l’arbitro e i delegati Uefa presenti mercoledì a Londra. Il club giallorosso è finito sotto inchiesta per dei presunti ululati razzisti rivolti all’ex romanista Ruediger da alcuni tifosi presenti nel settore ospiti dello Stamford Bridge. Gli sgradevoli «buh» sarebbero partiti nei minuti finali, gli unici concessi da Conte al difensore tedesco, ma di questi non c’è traccia né sul referto dell’arbitro slovacco Skomina, tantomeno nella relazione consegnati dal delegato inviati sul campo, addetto tra le altre cose a segnalare comportamenti di stampo razzista del pubblico. Neppure Ruediger si sarebbe accorto sul momento di quanto accaduto. Anzi, prima dalla partita ha ricevuto anche degli applausi dai suoi ex tifosi, ma la reazione dei romanisti sarebbe scaturita da un contrasto con El Shaarawy proprio davanti al settore giallorosso. Neppure da alcuni audio esaminati a Trigoria si riesce però a distinguere questi ululati.
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Razzismo, ora rischia la Roma
Il club è finito sotto inchiesta per dei presunti ululati razzisti rivolti all’ex romanista Ruediger da alcuni tifosi presenti nel settore ospiti dello Stamford Bridge. Possibile sanzione: si va da una multa salata alla chiusura dello stadio
E allora cos’è successo? Alcuni media inglesi, tra cui il Sun, hanno pubblicato articoli sugli insulti indirizzati a Ruediger e, da prassi, l’Uefa ha aperto un procedimento. La commissione disciplinare si esprimerà sul caso il 16 novembre, nel frattempo acquisirà filmati e prove, mentre la Roma aspetta di ricevere comunicazioni ufficiali per poter disporre un’eventuale difesa. Sulla carta c’è il rischio di incappare in una multa salata e, nell’ipotesi peggiore, di vedersi chiudere lo stadio Olimpico per un turno. Impossibile accada col Chelsea al ritorno, visto che la gara si giocherà il 31 ottobre, quindi prima della sentenza. In teoria la sanzione potrebbe riguardare la gara successiva col Qarabag del 5 dicembre. L’Uefa da anni adotta una linea molto dura sul razzismo e la Lazio ha appena scontato un turno di squalifica dello stadio nella gara di Europa League con lo Zultem dello scorso 28 settembre per i «buh» razzisti che furono rivolti a Praga al terzino colored Costa dello Slavia il 10 marzo 2016.
Anche in quella circostanza il club pagò per il comportamento dei suoi supporters in trasferta, la squalifica (un turno a porte chiuse più multa da 50mila euro) fu comminata due mesi dopo l’accaduto e scontata quest’anno perché nella passata stagione la squadra non giocava le coppe. In campionato, invece, si ritrova ora costretta a disputare le prossime due gare con la Curva Nord vuota a causa dei cori razzisti, ironia della sorte, rivolti proprio a Ruediger in un derby: squalifica sospesa e poi applicata dopo il comportamento reiterato dai laziali durante la gara col Sassuolo. Adesso arriva l’ennesima ombra sull’immagine internazionale delle tifoserie romane. Così Pallotta, molto sensibile al tema, è andato giù pesante nel commento a prescindere dall’accaduto. «La cosa frustrante – sbotta il presidente – è che a volte negli stadi è sufficiente che un paio di elementi faccia qualcosa di stupido affinché questo, poi, si rifletta negativamente sul 99.9% delle persone che non la pensano in quel modo e non farebbero mai qualcosa del genere. Il mio è un discorso generale, dispiace che i club siano ritenuti responsabili per le azioni di pochi idioti in giro per il mondo». Pagano tutti per la follia di pochi. E in ambito Uefa, si chiude addirittura l’intero stadio e non un settore. Quello che la Roma (e i tifosi) farebbero davvero fatica ad accettare.
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