Forzaroma.info
I migliori video scelti dal nostro canale

Il Tempo

Pjanic: “In pochi possono allenare la Roma. Allegri e Sarri profili giusti”

Pjanic: “In pochi possono allenare la Roma. Allegri e Sarri profili giusti” - immagine 1
Il bosniaco sull'esonero di De Rossi: "Una mossa senza senso con la stagione appena iniziata. Lui ha tutto per essere un allenatore di grande spessore, è un peccato che lo abbiano bruciato così presto"
Redazione

Punizioni pennellate e invenzioni da artista in mezzo al campo. Quasi dieci anni in Italia tra Roma e Juventus disegnando calcio.  Miralem Pjanic, proprio nel giorno del suo trentacinquesimo compleanno, intervistato da Lorenzo Pes su 'Il Tempo', prova a giocare d’anticipo il match dell’Olimpico di domenic, tra piacevoli ricordi e prospettive future.

Domenica c'è Roma-Juve. Chi arriva meglio a questa gara? "In questo momento la Roma ha più stabilità, senza dubbio. La Juve ha cambiato allenatore dato che i risultati erano sotto le aspettative. La Roma per valori pensavo già da inizio stagione che dovesse essere nella posizione attuale, è stata troppo indietro finché non è arrivato Ranieri. Il grande errore è stato quello di mandare via De Rossi, era troppo presto e la squadra ha subito uno choc. Non tutti erano d'accordo su quella decisione e soprattutto nessuno se lo aspettava. L'allenatore che è arrivato dopo (Juric, ndr) non era all'altezza della Roma mentre Ranieri è stato bravo a rimettere le cose a posto".

A Roma si parla tanto di allenatori, tra questi anche Allegri e Sarri che ha avuto in bianconero. Secondo lei quale sarebbe il profilo più adatto? "L'unico a sapere davvero chi sarà il prossimo allenatore è Ranieri, insieme alla proprietà ovviamente. Ce ne sono tanti bravi ma in pochi possono davvero stare in una piazza come Roma. Mourinho, per esempio, ha fatto molto bene ma aveva esperienza e grande carattere. Ha saputo gestire molto bene l’ambiente ed è stato amatissimo dalla gente. Di Roma ti innamori facilmente ma serve esperienza e capacità di gestire i momenti difficili, non penso che le scommesse possano funzionare. Allegri e Sarri sono due profili giusti ma penso che vada fatta una riflessione globale anche in base alle caratteristiche dei calciatori".

Ha parlato di De Rossi, siete rimasti in buoni rapporti? "Mi sento spesso con Daniele, C'è sempre stato un rapporto di fiducia e rispetto sia in campo che quando ha smesso. Siamo rimasti amici e ci sentivamo anche mentre era allenatore della Roma. Sono rimasto molto sorpreso quando è stato cacciato dopo sole quattro partite. Una mossa senza senso con la stagione appena iniziata. Lui ha tutto per essere un allenatore di grande spessore, conosco bene la sua visione di calcio ed è un peccato che lo abbiano bruciato così presto ma mi auguro, e non ho alcun dubbio, che in futuro sarà un grande allenatore anche se è un cammino molto complicato".

Il Roma-Juve che porta nel cuore. "Quello dove ho segnato a Gigi (Buffon, ndr) su punizione.Vincemmo 2-1 con gol mio e di Dzeko. Fu all’inizio della stagione ed era un momento importante per noi. Quando ho segnato lo stadio è esploso, un momento indimenticabile. Ho passato circa dieci anni in Italia ed è stato il percorso più lungo della mia carriera ma soprattutto la scelta più importante, la migliore che potessi fare. A Roma sono stati cinque anni meravigliosi. Ho pianto andando via perché mi ero innamorato della piazza ma purtroppo non ho potuto vincere qualcosa come sognavo. Farlo a Roma sarebbe stato straordinario e fu un peccato incontrare una Juve troppo forte. Oggi con quella squadra avremmo potuto vincere lo scudetto. A Torino ho vinto di più ma la maglia della Roma la sentivo, ho amato la piazza, i derby, tutto. È una città che ti fa sentire speciale, come in pochi altri posti si avverte l’amore per il calcio con la gente che ti spinge".