rassegna stampa

Pioli: «Vinciamo per il nostro orgoglio»

Il tecnico biancoceleste vuole sfatare il suo tabù e battere la Roma: «Renderebbe meno amara questa stagione»

Redazione

«Mi piacerebbe moltissimo vincere il derby. È una soddisfazione e un'emozione che ancora non mi sono tolto». Non vuole avere rimpianti, il tecnico della Lazio Stefano Pioli. Nei due anni sulla panchina biancoceleste, l'emiliano non è mai riuscito ad avere la meglio sulla Roma: due sconfitte e un pareggio, ecco il ruolino di marcia. E se fosse la sua ultima occasione? Scansa ogni discorso sul domani, l'allenatore di Parma, ha un unico pensiero: «Ora non mi interessa il mio futuro, penso soltanto al derby». Concentrazione massima, tabù da sfatare, la Roma è da sempre la bestia nera di Pioli: contro i giallorossi, una sola vittoria nella sua carriera da allenatore, quel 2-3 alla guida del Bologna nella stagione 2012/13. Coincidenze, la stessa annata dell'ultima vittoria della Lazio in un derby, quello del 26 maggio 2013.

«Questo derby serve soprattutto a noi per l'orgoglio, è un'occasione per dare il massimo e dimostrare che valiamo questa maglia. Il derby è il derby, una partita speciale». Pioli ricorda quando, appena lo scorso maggio, la stracittadina valesse il sogno del secondo posto in classifica. Ora sa quanto sia importante per salvare la faccia, perché è l'ultimo obiettivo stagionale di una Lazio che ha deluso: «Vincere il derby non significherebbe cancellare questa stagione, ma servirebbe a renderla almeno meno amara e a dare un'iniezione di fiducia per il finale di campionato - spiega il tecnico nella conferenza stampa della vigilia - so cosa significa questa partita per la città, l'ambiente e i tifosi. Vincere significherebbe molto per tutti noi, vogliamo dare soddisfazione ai nostri sostenitori». Anche se la curva Nord non entrerà e all'Olimpico i laziali saranno appena venti mila: «Purtroppo è così da tutta la stagione, ma giocheremo comunque al massimo».

Vincere il derby è l'ultima spiaggia per la Lazio, ma la consapevolezza è quella di dover affrontare una Roma rinata grazie alla cura Spalletti e lanciata verso le ambizioni Champions in campionato. Sulla carta i pronostici danno per favoriti i giallorossi, ma Pioli ha imparato quanto una stracittadina non abbia regole: «Il derby azzera tutti i valori tecnici, il calcio è pieno di situazioni e noi siamo artefici delle nostre partite. In alcune nessuno ci dava per favoriti poi abbiamo vinto e viceversa, il derby poi ci ha insegnato che è una gara a sé - sottolinea il tecnico biancoceleste - con l'arrivo di Luciano Spalletti sono cambiate molte cose, i risultati positivi hanno portato entusiasmo, motivazioni e una nuova mentalità. Conosciamo le qualità degli avversari, ma metteremo in campo la prestazione migliore, speriamo che il risultato dipenda soltanto da noi».Frecciatina all'arbitro Banti, che con la Lazio ha un bilancio affatto positivo in tema di recriminazioni e torti. La Lazio non ha mai dimenticato quel 4-3 con il Napoli del 3 aprile 2011, Pioli qualche fatto controverso su entrambi i fronti nella stracittadina d'andata: «Gli episodi in una stracittadina possono cambiare il risultato finale, giochiamola con attenzione e lucidità sperando che possa dipendere soltanto da noi e non da altre situazioni. Spero si giochi su binari di parità sotto ogni aspetto, mi riferisco all'arbitraggio sfortunato dell'andata, vogliamo decidere solamente della nostra prestazione».

Il tecnico biancoceleste si augura un'impeccabile direzione di gara, anche perché già deve preoccuparsi di una Lazio tormentata dagli infortuni: «Ma i giocatori che scenderanno in campo saranno comunque all'altezza, abbiamo le capacità per fare bene e nei comportamenti dei miei ragazzi ho visto la giusta concentrazione. Però serviranno spirito di sacrificio, ordine e velocità». Ecco la ricetta dell'emiliano per vincere il suo primo derby, lo prepara da due settimane, vuole che i suoi diktat siano chiari: «Dovremmo essere molto attenti sì, ma sappiamo di avere le qualità per fare bene. Le motivazioni sono quelle giuste, dobbiamo essere concentrati perché ogni pallone può essere decisivo. E la squadra deve essere leader».

(G. Baldinacci)