rassegna stampa

Piola segna ancora. E Totti si allontana

(Il Tempo – A.Austini) – Silvio Piola segna ancora. E Totti continua a rincorrerlo. A settant’anni dal campionato del secondo dopoguerra, spezzato in due fasi di cui solo l’ultima si giocava a girone unico nazionale,

Redazione

(Il Tempo - A.Austini) - Silvio Piola segna ancora. E Totti continua a rincorrerlo. A settant’anni dal campionato del secondo dopoguerra, spezzato in due fasi di cui solo l’ultima si giocava a girone unico nazionale, la Figc riassegna al re dei bomber 6 gol sui 16 totali segnati nella stagione 1945-46. Quelli, appunto, realizzati da Piola nel girone finale con la maglia della Juventus.

La classifica dei marcatori più prolifici di sempre in serie A viene così riscritta ufficialmente: l’attaccante di Robbio, campione del mondo 1938, la guida incontrastato con 280 gol e non più con 274, Totti lo segue al secondo posto a cinquanta gol di distanza dopo essere salito a 230 con i tre centri firmati quest’anno. Un divario difficilmente colmabile se si pensa che al capitano romanista restano (da contratto) due campionati e mezzo da giocare.

Succede anche questo nel torneo in cui ci si divide e si litiga su tutto. A Piola viene restituito il «maltolto» 27 anni dopo la sua scomparsa, solo perché un potenziale rivale si è avvicinato a quel record in modo troppo pericoloso. A Totti viene tolta una speranza sul più bello, per quanto non sia un chiodo fisso per il simbolo romanista che rinuncerebbe volentieri al trono dei bomber pur di vincere un altro trofeo importante in giallorosso entro la fine della carriera. Dietro la singolare vicenda si nasconde una lotta di campanile. Il movimento pro-Piola nasce infatti nel mondo laziale visto che 143 gol sui 280 totali in serie A li ha segnati con la maglia biancoceleste in 9 stagioni dal 1934 al 1943.

Ma dopo anni di rivendicazioni dei dirimpettai dei romanisti, che non volevano vedere Totti sul gradino più alto del podio, chi di dovere si è mosso soltanto su input del Corsera , che lo scorso settembre, a firma dell’editorialista Mario Sconcerti, ha chiesto all’Ufficio studi delle Federcalcio perché non venissero riconosciute le reti segnate nel 1945-46, a differenza dello scudetto regolarmente assegnato nell’albo d’oro ufficiale. Quel campionato si giocò in un Paese in lenta ripresa dopo il conflitto mondiale, con enormi difficoltà negli spostamenti e quindi fu deciso nella prima fase di dividerlo in due gironi, nord e sud. Le prime quattro di ogni gruppo si sono poi sfidate in una competizione unica, vinta dal Torino ai danni della Juventus di Piola. Settant’anni dopo la Figc ha deciso che almeno i 6 gol finali vanno conteggiati insieme agli altri, mentre i precedenti 10 no.

La classica soluzione «di mezzo» che non accontenta appieno nessuno. Il movimento pro-Piola, infatti, continua a sostenere che gli spettano di diritto tutti i 290 gol. Altri studiosi e statistici insistono sul fatto che il torneo 1945-46 non possa essere in ogni caso conteggiato insieme agli altri.

Totti, celbrato ieri anche da Ronaldo il Fenomento («è arrivato più lontano di me»), se ne farà una ragione e continuerà a godersi un ventaglio di record inattaccabili. Quello, ad esempio, dei gol segnati con la stessa maglia: i suoi 230 li ha firmati tutti con la Roma e continuerà a farlo, 20 in più di quelli fatti da Nordhal col Milan, mentre Piola ha diviso il bottino tra Pro Vercelli, Lazio, Juventus, Novara, Torino e di nuovo Juventus. Una curiosità che rende tutta la storia ancor più paradossale: 11 volte ha castigato proprio la Lazio quando vestiva le maglie di Pro Vercelli e Novara.

Non una bandiera, quindi, ma un anti-eroe da frapporre a Totti nell’eterna battaglia tra le due sponde del Tevere. E pazienza se qualche volta ha dato un dispiacere anche alla Lazio.