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rassegna stampa

Petardi e scontri a Bergamo

Ciò che si temeva è accaduto. Nel postpartita solo l'intervento delle forze dell'ordine ha evitato la guerriglia tra le tifoserie

Redazione

Il bollino rosso sulla trasferta di Bergamo era stato giustamente segnalato per via di una storica rivalità che in passato ha portato a scontri ben più gravi di quelli avvenuti nel post-partita di ieri. Una decina di minuti di tensione hanno chiamato in causa le forze dell’ordine, impegnate su due fronti: i 1.300 romanisti che hanno seguito la squadra all’Atleti Azzurri d’ Italia hanno provato a sfondare i cancelli del parcheggio dove attendevano i pullman per tornare a casa e hanno lanciato petardi e bottiglie verso i poliziotti, che hanno risposto lanciando fumogeni. Stesso trattamento per i sostenitori bergamaschi, circa 200, che hanno cercato di raggiungere il settore ospiti, la curva Sud dello stadio, percorrendo viale Giulio Cesare e sono stati tenuti a debita distanza con cariche e altri fumogeni. I 450 tra poliziotti e carabinieri incaricati di mantenere l’ordine pubblico hanno evitato il contatto tra le due tifoserie e alla fine c’è stato tanto rumore per nulla. O quasi. Pochi giri di lancette trascorsi sotto un cielo ingrigito dal fumo, poi tutto è tornato alla normalità e la Roma ha potuto lasciare lo stadio senza problemi. Cinque persone, ovvero 4 steward e un poliziotto, sono rimaste lievemente ferite e sono state medicate sul posto dal 118.

Sono invece stati identificati ben 500 giallorossi che poi sono stati fatti salire sugli autobus nell’area di prefiltraggio all’esterno della curva. Nel pre-partita non erano stati registrati tafferugli, la città era stata blindata e due elicotteri hanno sorvegliato l’intera zona già dal primo pomeriggio. Non è bastato e c’era da aspettarselo. L’anno scorso la trasferta era stata vietata ai romanisti (ipotesi rivalutabile in futuro), che non sono isoli «nemici» dei bergamaschi: anche Cagliari e Inter di recente hanno subito lo stesso trattamento con divieti annessi. Persino un’amichevole con il Como ha richiesto la curva ospiti chiusa. Dalla Sud ieri, durante il match, è volata una torcia verso il settore confinante, dove si trovavano molti tifosi della Ternana, che non nutrono molta simpatia nei confronti dei romanisti e hanno lanciato loro oggetti nel corso della sfida. Dalla curva giallorossa sono partiti anche dei fumogeni dopo il gol di Perotti ed è dovuto intervenire De Rossi a mani giunte per riportare la calma. Tra gli striscioni esposti è apparso un «subumani» e «la Dea è un trans». Tutt’altro che profetico era stato Baldissoni nel pre-gara: «Non credo sia un test per i nostri tifosi, che hanno frequentato tutti gli stadi senza creare problemi. Come all’Olimpico. Le barriere non sono da società civile. Dobbiamo dimostrare di rispettare le regole, chi non lo fa deve essere escluso, gli altri no». Altro tema d’attualità è il nuovo stadio: «Il nostro processo è in fase avanzata e ci aspettiamo di portarlo a termine. È il primo test reale dell’applicazione Delrio sugli stadi».

(E.Menghi)