Aveva progettato una vera impresa finanziaria, consapevole che qualcosa si sarebbe perso per strada. Ma il risultato finale non lo accontenta perché la Roma ha chiuso il bilancio d’esercizio con almeno tre cessioni in meno del previsto, che potevano migliorare di molto lo stato patrimoniale del club al 30 giugno. Sabatini consegna la prima parte dei conti del mercato a Pallotta con un po’ di rammarico, ma la convinzione intatta che tutto si potrà aggiustare da oggi al 30 agosto.
rassegna stampa
Due «pesi» per la Roma
La società ha chiuso il bilancio d’esercizio con almeno tre cessioni in meno del previsto, che potevano migliorare di molto lo stato patrimoniale del club al 30 giugno
Riscattato e venduto a peso d’oro (20 milioni) Bertolacci al Milan, ceduto a titolo definitivo Viviani al Verona per 4 milioni con diritto di riacquisto pattuito in una scrittura privata (il ragazzo ha rifiutato all’ultimo momento il Palermo facendo infuriare Zamparini), nella notte si è provato invano a convincere Holebas a firmare per il Watford (accordo tra club a 2 milioni e mezzo), mentre non c’è stato niente da fare per Destro e Gervinho che sarebbero fruttati 25 milioni in due con relative plusvalenze.
Se fosse riuscito a vendere i due attaccanti e Doumbia, ancora indeciso tra Russia, Cina e Inghilterra, la Roma avrebbe festeggiato il primo bilancio dell'era americana con il segno positivo. Invece dovrà registrare ancora una perdita, comunque inferiore ai 38 milioni del giugno 2014. Considerato che nel resoconto intermedio di marzo il «rosso» si attestava sui 15 milioni, l’esercizio si dovrebbe chiudere a -20, o giù di lì. Nulla di drammatico, visto che la Uefa ha imposto al club giallorosso di contenere le perdite in 30 milioni complessivi nel biennio 2015-16 e puntare al pareggio di bilancio entro il 2018. Questo significa che fra un anno si dovrà rientrare in un rosso di massimo 10 milioni circa: von la Champions sarà possibile.
Il vero problema è tecnico e ambientale. Destro e Gervinho dovranno infatti presentarsi al raduno di domenica a Trigoria e poi partire per Pinzolo. Il centravanti non ha voluto firmare per il Monaco, pronto a versare 12 milioni alla Roma. Lui non aveva fretta, a differenza del club, e ora vuole scegliere con calma se accettare i monegaschi oppure cedere alla corte della Fiorentina.
Entro l’estate saluterà. Idem Gervinho, che ha fatto saltare la cessione all’Al Jazira (13 milioni) con richieste prima definite «oscene» da una fonte anonima del club arabo e poi smentite con un comunicato ufficiale in cui si parla di «problemi tecnici». Il diretto interessato conferma: «Avrei chiesto elicotteri e spiagge private? Tutto falso». Non avendo giocato con la nazionale dopo il campionato, Garcia lo aspetta domenica ma il dubbio che si presenti, visti i precedenti, è lecito. Senza parlare della dura accoglienza che i tifosi gli riserveranno sicuramente a Trigoria e sulle Dolomiti. Anche lui ha offerte dalla Cina, una soluzione si troverà. E Romagnoli? La sua cessione non è stata messa in programma ma Sabatini, consapevole del pressing del Milan, ha fatto sapere a Galliani che non se ne parla per meno di 25-30 milioni. La prima offerta è di 20 milioni più bonus. Troppo poco, per ora.
Quanto agli acquisti da oggi si parte ufficialmente. Dopo Iago Falque e il rinnovo del prestito di Ibarbo il primo obiettivo è Dzeko, già d’accordo con la Roma per un contratto quinquennale: si tratta il prezzo col City, senza perdere di vista Luiz Adriano che ora lo Shakhtar vende a 8 milioni. A Trigoria seguono con grande attenzione anche l’evoluzione della vicenda Salah-Fiorentina, mentre si smentisce che sia tutto fatto per il mediano nigeriano Lawal come dicono in Turchia. Intanto saluta Pellegrini: 1.25 milioni dal Sassuolo (dove andrà in prestito anche Politano) per la cessione a titolo definitivo con diritto di riacquisto per la Roma.
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