rassegna stampa

Paura e protesta. Stadi più vuoti

Meno spettatori per i fatti di Parigi. Curve romane sempre in sciopero. Nessuna partita rinviata, il dado è tratto anche se ovviamente in caso di allarme grave, si prenderanno decisioni simili a quelle viste nei giorni scorsi in Europa

Redazione

Domani si riparte, torna il campionato di serie A, tocca a Bologna-Roma e Juventus-Milan ma c’è un nemico in più: la paura. La sosta per gli impegni delle nazionali è coincisa con gli attentati di Parigi tre cui quello a Saint Denis durante Francia-Germania, le partite annullate per colpa di terroristi folli pronti a farsi saltare in aria a Bruxelles e a Hannover e un senso di insicurezza che sconsiglia di frequentare gli stadi italiani, per di più vecchi e fatiscenti. Ecco quindi che il presidente della Lega Calcio non può fare a meno di esprimere la sua preoccupazione: «Se serve siamo a disposizione del Viminale. Sappiamo che le attività di controllo saranno da adesso più stringenti e siamo certi che le società e i tifosi collaboreranno. Abbiamo un problema nuovo e il dialogo con la gente dovrà essere rafforzato, ci sarà un'ulteriore sensibilizzazione all'interno degli stadi».

Nessuna partita rinviata, il dado è tratto anche se ovviamente in caso di allarme grave, si prenderanno decisioni simili a quelle viste nei giorni scorsi in Europa. Misure rafforzate un po’ in tutti gli stadi ma nemmeno i fatti di Parigi spingono le due curve romane, la Nord laziale, la Sud romanista a rivedere lo sciopero proclamato contro il prefetto Gabrielli per la divisione dei settori e l’inasprimento dei controlli di filtraggio all’Olimpico. Nessuna deroga, nessun ripensamento, tutti a casa. I gruppi della Sud giallorossa saranno domani a Bologna in trasferta ma diserteranno la partita successiva contro l’Atalanta nonostante qualcuno avesse proposto un rientro allo stadio. Gli incontri in settimana hanno prodotto la conferma della decisione di non abbandonare la protesta che ha raggiunto il top due settimane fa quando solo 30.000 spettatori hanno assistito al derby capitolino lasciando le curve praticamente deserte. Stessa musica per i laziali che domenica non vedranno la sfida contro il Palermo lasciando la Nord quasi vuota. Il responsabile della biglietteria Angelo Cragnotti spiega la situazione: «Sono stati venduti meno di 3.000 biglietti, molto pochi, e non tutti i 14.500 abbonati saranno presenti per quanto accaduto a Parigi. Non so se arriveremo a 15.000 presenze effettive. Manca ancora qualche giorno speriamo in un’inversione di tendenza ma il fattore paura può avere un peso soprattutto per i bambini».

Chi deciderà di non farsi vincere dall’Isis, dovrà presentarsi allo stadio in anticipo perché i tanto criticati controlli saranno minuziosi. Perquisizioni sempre più lunghe e chi si era lamentato per essersi dovuto togliere le scarpe, dovrà rassegnarsi a novità ancora peggiori rispetto a quelle viste in questo inizio di stagione, modello metal detector per intenderci. Un inasprimento necessario per evitare guai peggiori.

Tant’è, la sicurezza prima di tutto ma con la logica conseguenza che l’emorragia di spettatori della serie A sarà ancora più marcata. E l’appello della Fiorentina ai suoi tifosi è fin troppo chiaro: «In considerazione del particolare momento storico-politico, a non portare o far esplodere petardi o qualsiasi altro materiale pirotecnico all’interno e all’esterno dello stadio onde evitare allarmismi e situazioni di panico. Come di consueto saranno effettuati controlli volti ad evitare simili comportamenti che, nella circostanza, saranno più attenti ed accurati». Sarà davvero un «tranquillo» weekend di paura, proprio come il celebre film. Oltre a teppisti e violenti, c’è anche la psicosi attentato a penalizzare quello che una volta era considerato il divertimento preferito da tutti gli italiani.

(L. Salomone)