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Il Tempo

Parola a Friedkin

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Da una parte José Mourinho e la sua smania di acquisti per non sentirsi (troppo) inferiore ai competitor, dall’altra il doppio ordine impartito a Tiago Pinto dalla proprietà

Redazione

La tensione è massima, gli equilibri molto sottili, scrive Alessandro Austini su Il Tempo. Da una parte José Mourinho e la sua smania di acquisti per non sentirsi (troppo) inferiore ai competitor, dall’altra il doppio ordine impartito a Tiago Pinto dalla proprietà: rinforzare la Roma e risanare i conti del club con le cessioni. Due obiettivi difficilmente coniugabili e il punto di scontro è dietro l’angolo. «Sono frustrato per il mercato» si è lasciato scappare il tecnico portoghese lunedì durante una presentazione dei gioielli prodotti dalla figlia nella Capitale. Diventa così «ufficiale» il malcontento di Mou, che continua a utilizzare la sua tattica di sempre: lamentarsi e mostrarsi deluso per ottenere il massimo possibile dalle società per cui lavora. Con il caso Zaniolo da gestire in casa, senza una soluzione rapida alle porte, ci vorrebbe un acquisto alla Dybala per far tornare il sorriso all’allenatore. Ma ad oggi la Roma non può avvicinarsi alle richieste dell’argentino, sedotto e abbandonato dall’Inter dopo una proposta (rifiutata ormai diverse settimane fa) che lo avrebbe portato a guadagnare fino a 7 milioni di euro netti compresi i bonus. Detto che senza la partenza di Zaniolo non è immaginabile un assalto dei giallorossi a Dybala, se la «Joya» non abbasserà le pretese ogni discorso sarebbe comunque chiuso in partenza.

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Al momento Pinto non può far altro che osservare, consapevole che il Napoli si sta facendo sotto, il Milan è concentrato su altri obiettivi ma pronto a inserirsi e l’Inter stessa, qualora riuscisse a cedere Dzeko, tornerebbe la favorita. Mourinho deve quindi mettersi l’anima in pace e aspettare. Intanto alterna frecciatine a mezza bocca a post ironici sui social, dove continua a divertirsi, vedi le foto di ieri sui «pisolini» durante il volo. Spetta quindi ai Friedkin gestire questo momento di palese nervosismo interno (lo stesso Pinto è piuttosto agitato) e valutare se sia il caso di cambiare il piano, come accaduto lo scorso anno quando i texani autorizzarono la spesa non prevista per Abraham. Ma la morsa della Uefa, tornata a vigilare sui bilanci, è un fattore nuovo che complica tutto.