Chi pensava di vedere Pallotta fare un passo indietro per riconciliarsi con i tifosi, sfruttando la chat in 140 caratteri, si sbagliava di grosso. I «fottuti idioti» della Curva Sud non hanno avuto un trattamento migliore su Twitter, dove per la prima volta si è messo a disposizione il presidente in prima persona (ma non è il primo in A a farlo, De Laurentiis lo ha anticipato).
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Pallotta: tolleranza zero
Il numero uno della Roma ha risposto duramente al pubblico su Twitter «I razzisti, i violenti e quelli che criticano i giocatori non sono veri fan»
«Jim» ha insistito sulla differenza tra i tifosi veri, quelli perbene, e coloro che portano solo problemi con i loro atteggiamenti allo stadio e invece per lui non dovrebbero più metterci piede. «Un piccolo gruppo di tifosi- ha attaccato Pallotta - ha insultato i giocatori, li ha chiamati sotto la curva e ha detto loro che non meritano la maglia della Roma. La "merda" è quella. Mi sono sempre battuto per i tifosi della Roma, ma lo farò quelli veri, che sono la stragrande maggioranza. I veri fan possono criticare, ma sostengono ancora i giocatori. Non fanno commenti razzisti, non creano situazioni violente, non tirano merda sui giocatori che ci stanno provando. E non creano situazioni che poi pagano tutti gli altri».
Il mancato ricorso per la chiusura della Sud («Abbiamo ritenuto che un appello non potesse andare in porto») è l’ultima punizione di gruppo per uno striscione esposto dalla minoranza a cui James contesta un amore fasullo nei confronti della squadra e una tendenza alla violenza, non riscontrata in verità negli striscioni contro la madre di Ciro. «Quello che interessa a me - ha spiegato - è provare a cambiare la cultura e sbarazzarci di quelle persone che non agiscono come sostenitori della Roma ma spingono i propri interessi. Dobbiamo avere tolleranza zero, solo insieme possiamo farcela».
Tutto ciò avviene nel giorno in cui il Viminale impone i biglietti nominativi e gli steward per garantire la sicurezza nel doppio derby di Coppa Italia Primavera (24 aprile e 1 maggio). E soprattutto, ironia della sorte, la Roma apre la nuova campagna abbonamenti: cinque settimane di prelazione, dal 22 maggio la vendita libera. Qualche mail in difesa del presidente a Trigoria è arrivata, in un comunicato firmato Distinti 17 la scelta di Pallotta di non portare in tribunale la sentenza di Tosel, per quanto controversa, è supportata: «Non siamo incazzati e domenica, sul divano di casa, ci sentiremo più vicini a te e più distanti da quelli che con la Roma speculano sulle tasche degli altri. Che poi sono le tue. A proposito: lo compriamo un attaccante?». Glielo chiedono anche in chat e Pallotta risponde: «Pensiamo di avere già grandi attaccanti, ma siamo stati sfortunati con gli infortuni. E, francamente, alcuni di questi potrebbero essere stati colpa nostra. Abbiamo fatto alcuni errori, stiamo imparando da questi».
Salva Sabatini, reo confesso di un mercato invernale sbagliato, e rispedisce le accuse a medici e preparatori. «Non sono soddisfatto, voglio vincere - ribadisce il presidente - molti scudetti. Non sono qui per fare soldi. Questo è un progetto a lungo termine e credo che giocheremo la Champions anche il prossimo anno. Stiamo negoziando con alcuni possibili sponsor e sarò presto molto più presente a Roma. Arriverete a chiedermi di tornare a Boston». Qualcuno lo manda a quel paese e gli dà dello «sciocco» su Twitter e «Jim» ironizza: «Devo dedurre che sarà il prossimo striscione a Trigoria? Mia madre mi chiama in modi peggiori». Una promessa ai tifosi la fa: «Dobbiamo iniziare a scavare in autunno e consegnare lo stadio in due anni». Chissà se basterà a risanare la frattura.
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