"Roma e Inter all’esame del fair play finanziario dell’Uefa: i giallorossi verrannno sostanzialmente promossi, con l’invito a far meglio nell’immediato futuro, i nerazzurri vanno incontro a sanzioni.
rassegna stampa
Pallotta non rischia, Thohir sì
Roma e Inter all’esame del fair play finanziario dell’Uefa: i giallorossi verrannno sostanzialmente promossi, con l’invito a far meglio nell’immediato futuro, i nerazzurri vanno incontro a sanzioni.
"I due club sono stati convocati in Svizzera dopo l'apertura dell'inchiesta sui 7 club europei (le due italiane più Monaco, Besiktas, Liverpool, Sporting Lisbona e Krasnodar) aggiunti a quelli già monitorati per possibili violazioni al nuovo regolamento imposto da Platini. Il primo colloquio è toccato ai giallorossi, arrivati in mattinata a Nyon per illustrare all'Organo di Controllo Finanziario dei Club il piano di risanamento intrapreso dalla società dopo l'acquisto del club. Da lì è iniziata la difesa della Roma: gli americani hanno ereditato una situazione ai limiti del disastroso e da tre anni stanno cercando di sistemare i conti.
"Una spiegazione affidata al presidente Pallotta, seguito dalla delegazione romanista composta dal dg Mauro Baldissoni, l'Ad Zanzi, il direttore commerciale Barror, l’investor relator Roberto Fonzo e Giorgio Francia, il nuovo «uomo dei conti» che di fatto prende il posto del partente Ad Fenucci. Nonostante ci siano ancora dei numeri da sistemare, la situazione in caso Roma non sembra preoccupante: il percorso di risanamento spiegato dettagliatamente da Pallotta, con documenti e slide e un passaggio dedicato ai motivi per cui ha deciso di acquistare il club, è stato infatti apprezzato dagli uomini dell'Uefa, allarmati dal «rosso» di bilancio.
"La Roma al momento viola un solo parametro del fair play finanziario che comporta possibili sanzioni, quello relativo allo sforamento del deficit che negli ultimi tre esercizi deve obbligatoriamente essere inferiore ai 45 milioni. I conti di Trigoria invece hanno registrato un -55 nel 2011-12, poi - 37 e -35. Un lieve e costante miglioramento ma comunque un «rosso» da circa 105 milioni complessivi, se si tolgono alcuni costi «virtuosi» (il vivaio, ad esempio) che l’Uefa non calcola. Ma l’aumento di capitale complessivo da 110 milioni di euro, realizzato da Pallotta insieme ai soci, ha permesso di «curare» alcune voci e far scendere il passivo del triennio a circa 60 milioni di euro dopo un elaborato calcolo. In soldoni 15 milioni in più di quelli consentiti. Dopo aver dimostrato che i soldi non sono stati investiti per acquisti di giocatori «impossibili» ma per rafforzare la società, Pallotta ha illustrato la possibilità di poter colmare il gap a breve, grazie ai ricavi della Champions, l'entrata di nuove sponsorizzazioni e la sicurezza di un miglioramento dei conti in generale: l’esercizio in corso dovrebbe chiudersi quasi in pareggio e la Roma conta di uscire dalla «black list» dell’Uefa, anche se dalla prossima stagione il limite consentito nel trienno è di 30 milioni di passivo. Preoccupa meno il patrimonio netto consolidato negativo per 81 milioni, che comprende anche la Soccer Sas: non è comunque un parametro considerato per eventuali sanzioni. Per questo i giallorossi hanno definito l'incontro «positivo», convinti che il club non andrà in contro a possibili sanzioni, più o meno gravi. Si va dall’avviso, all’ammonizione fino alle multe e al deferimento alla camera arbitrale che può chiedere riduzione della rosa, trattenuta dei premi, limiti al mercato (vedi patteggiamento Manchester City e Psg) fino all’esclusioni dalle competizioni. La Roma dovrebbe cavarsela con il «warning» e una serie di scadenze imposte dall’Uefa per correggere i suoi parametri. Prossimo appuntamento entro Natale.
"Questa mattina alle 11 invece sarà il turno dell'Inter. Toccherà a Thohir, il Dg Fassone e il Ceo Bolingbrooke tentare una difficile difesa che verterà su un piano quinquennale di abbassamento dei costi. Sarà quasi impossibile evitare una sanzione (l’Inter spera in una multa) visto che le perdite dell’ultimo triennio ammontano a quasi 200 milioni di euro. È troppo tardi ormai per un colpo di spugna.
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