rassegna stampa

Pallotta con lo sceicco l’incontro a Ciampino

(Il Tempo – A.Austini) Un americano e un arabo, chiusi nella saletta privata dell’aeroporto di Ciampino, a discutere d’affari. Visto che i soggetti in questione si chiamano James Pallotta e Hamed Bin Ahmed Al-Hamed, uno sceicco che...

Redazione

(Il Tempo - A.Austini) Un americano e un arabo, chiusi nella saletta privata dell’aeroporto di Ciampino, a discutere d’affari. Visto che i soggetti in questione si chiamano James Pallotta e Hamed Bin Ahmed Al-Hamed, uno sceicco che gestisce un ricchissimo fondo d'investimento, il primo pensiero non può che essere uno: la Roma.

Se tra i due esista davvero una trattativa sulle quote del club giallorosso è tutto da verificare, intanto c’è da registrare l’incontro. Imprevisto e segretissimo. Ieri, intorno alle 15, sulla pista del secondo scalo romano è atterrato il jet privato proveniente da Beirut con a bordo lo sceicco. Nella sala Vip dell’aeroporto lo aspettava il presidente giallorosso insieme al suo fido collaboratore Alex Zecca e ad altri 2-3 uomini della Raptor. La riunione è durata un’ora abbondante, poi alle 16.35 Al-Hamed è ripartito verso Ginevra mentre Pallotta si è diretto allo stadio. C’è mancato poco che incrociassero Maradona, il cui arrivo era inizialmente previsto per quell’ora a Ciampino.

Lo sceicco, 47 anni, è membro della ricchissima famiglia reale di Abu Dhabi, una delle più influenti negli Emirati Arabi. Ha lavorato nella Abu Dhabi Investment Authority e nella Company, mentre suo cugino è l’attuale presidente degli Emirati S.A.R.. Niente a che vedere con il misterioso Al Qaddumi di Perugia, ma anche Al-Hamed ha una residenza italiana e interessi nel Belpaese: lo scorso maggio, con un blitz durato appena 20 minuti, ha ritirato la carta d’identità dal sindaco di San Gregorio di Catania, in Sicilia. Oltre alla gestione dei fondi di «private equity», si occupa di sviluppo e gestione alberghiera: da 4 anni ha puntato il complesso della Perla Jonica, a Capomulini di Acireale. Attraverso una società con sede a Catania, la Item S.r.l., di cui è il maggiore azionista, ha offerto 46 milioni per avere il resort.

Di lui raccontano che abbia una passione per la Sicilia, tanto che un giorno prese l’aereo da Roma a Catania solo per andare a mangiare un risotto alla pescatora, a suo dire «il migliore del mondo».

Non ci sono tracce, invece, di investimento nello sport. Considerando l’ampio raggio del business di Pallotta, i due ieri potrebbero aver parlato di qualsiasi tipo di affare. È una certezza, invece, che la Roma cerchi un socio per immettere nuova liquidità nel club che ha chiuso l’ultimo bilancio in rosso di 40 milioni e prevede di perderne altri 20-22 nel prossimo esercizio. Se Pallotta (che ripartirà martedì) avesse voluto cedere la Roma incassando una cifra ben più alta di quella spesa per l’acquisto nel 2011, lo avrebbe già fatto. Ma «Jim» vuole un socio che lo affianchi. Intanto si gode una squadra finora perfetta. «È stata una notte spettacolare - ha detto prima di fare i complimenti ai giocatori negli spogliatoi - ma è solo l'inizio. Vogliamo combattere per arrivare ai vertici e regalare gioie ai nostri tifosi: sono i migliori al mondo e ci hanno sempre sostenuto. Forza Roma!». Un urlo sempre più forte.