(Il Tempo - A.Austini) Stavolta sono arrivati i Pallotta’s al completo. Il presidente Jim, con sorelle, mamma, moglie e figlio al seguito, più una decina di amici. Quando hanno programmato il viaggio, forse, speravano di assistere a un Roma-Juventus da scudetto, ma domani saranno comunque all’Olimpico per l’ultima gara casalinga di una stagione da record.
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Pallotta blinda la nuova Roma
(Il Tempo – A.Austini) Stavolta sono arrivati i Pallotta’s al completo. Il presidente Jim, con sorelle, mamma, moglie e figlio al seguito, più una decina di amici. Quando hanno programmato il viaggio, forse, speravano di assistere a un...
Con la speranza che possa essere l’inizio di una rivincita. I Pallotta’s sono sbarcati di prima mattina a Ciampino, a bordo dell’ormai consueto jet privato. Una giornata di relax e svago nella Capitale, poi a cena un primo confronto tra il «president» e i dirigenti. Di carne al fuoco ce n’è parecchia. Juventus a parte. «Mercato? Prima ci sono cose più importanti a cui pensare» avvisa il dg Baldissoni. Dal rinnovo urgente di Pjanic, a quello altrettanto fondamentale di Garcia, passando per il progetto cantierabile dello stadio da presentare in Comune e tutti gli altri aspetti da definire (lo sponsor, ad esempio) per una Roma più ricca e più forte. A sentire Pallotta, bisogna aspettarsi una notizia positiva dietro l’altra. «Se penso che Pjanic farà parte del futuro della Roma? Sì», risponde secco lui ai cronisti che lo attendono in aeroporto. Poi aggiunge: «Dipende da lui, ma fa parte del gioco». Difficilmente il presidente potrà intervenire in modo diretto sulla questione. Al massimo, potrà scambiare quattro parole con il ragazzo, «ma lo abbiamo già fatto e i ragazzi sono tutti felici», mentre la trattativa con il procuratore spetta a Sabatini. Sono le ore cruciali, visto che l’agente è segnalato nella Capitale anche lui, ufficialmente, per seguire Roma-Juventus.
È «solo» un problema di soldi: Pjanic chiede 4 milioni all’anno, la società ne offre al massimo 3 e mezzo più una serie di bonus. La tranquillità di Pallotta fa pensare alla fumata bianca, si attendono conferme prima che il centrocampista inizi l’avventura Mondiale: martedì raggiungerà il ritiro della Bosnia. Se su Pjanic si dice ottimista, il presidente non sembra aver dubbi sul futuro dell’allenatore: «Garcia rimarrà a lungo. Non capisco perché tutti pensano che possa andare via».
Il prolungamento del contratto fino al 2017 potrebbe essere sancito in uno dei due viaggi americani che la Roma affronterà tra fine maggio e luglio.Nel frattempo il francese avrà anche ricevuto rassicurazioni sul mercato.«Giocare la Champions sarà avvincente – dice Pallotta - ci sarà qualche ingresso di nuovi giocatori ma sicuramente la squadra di quest’anno rimarrà l’anno prossimo». Per adesso c’è una Juventus da battere per l’onore, «vogliamo vincere, sono i nostri avversari», e una squadra da ringraziare a prescindere. «Sono felice per la stagione – aggiunge il ricco bostoniano – l’ultima a Catania è stata una partita pazza. La Juventus ha fatto un anno incredibile, ma noi abbiamo avuto la migliore stagione di sempre».
Visti i fatturati di oggi, per giocarsela ad armi pari bisogna costruire in fretta il nuovo stadio. «Non ci sono novità , ci abbiamo lavorato negli ultimi cinque giorni, dobbiamo sistemare un paio di cose prima di presentare il progetto». L’appuntamento con Marino è stato fissato per lunedì: in realtà si tratta di un passaggio tecnico del quale dovrebbe occuparsi la Parsitalia di Parnasi, ma per una questione di «rapporti» lo stesso Pallotta potrebbe fare un salto in Campidoglio. Stavolta senza telecamere e microfoni. Anche in Regione aspettano. «Valuteremo il progetto – promette Zingaretti – con la massima cura e attenzione, senza ostacolarlo». Inevitabile n passaggio del presidente sugli incidenti registrati all’Olimpico prima della finale di Coppa Italia. «È una terribile tragedia, non ha nulla a che fare con la Roma, dobbiamo fermare la violenza e il razzismo – chiude Pallotta -per far tornare il calcio italiano il primo al mondo». Per adesso, è una corsa inarrestabile verso il baratro.
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