rassegna stampa

Operazione rinnovo

(Il Tempo – A.Austini) Capitani agli antipodi. De Rossi a soffrire sul patibolo, Totti di nuovo al centro della Roma. Con la voglia di restarci ancora a lungo.

Redazione

(Il Tempo - A.Austini) Capitani agli antipodi. De Rossi a soffrire sul patibolo, Totti di nuovo al centro della Roma. Con la voglia di restarci ancora a lungo. Il primo messo in discussione dall'allenatore, l'altro titolare indiscusso e unico tra i «senatori» giallorossi ad andare d'amore e d'accordo con Zeman. Totti si è ripreso la Roma e se la tiene stretta. Nonostante le 36 candeline appena spente e un contratto in scadenza al termine del prossimo campionato, fa progetti da calciatore a lungo termine: «Magari - le sue ultime parole - quando mi ritirerò inventeremo qualcosa per salutare calorosamente tutti, ma ora è presto per pensarci».

Non è presto, invece, per aprire un nuovo tavolo di discussione con la Roma americana: se dipendesse da lui, sarebbe già arrivato il momento di parlare di un rinnovo del contratto in scadenza a giugno 2014. Il capitano ha in tasca un accordo firmato con la vecchia proprietà che gli garantisce la permanenza a Trigoria per altri cinque anni, fino all'estate 2019: un contratto da dirigente, con stipendio stagionale di circa 500mila euro e mansioni da definire. Ma lui continua a immaginare il futuro a breve termine in pantaloncini e maglietta, per infilarsi giacca e cravatta c'è tempo. «Voglio giocare fino a 40 anni», ha detto a più riprese. L'obiettivo, mai come adesso, gli sembra raggiungibile: il fisico regge, gli acciacchi sono gestibili. A maggior ragione in un contesto che gli permette tuttora di essere protagonista. Totti, insomma, è pronto a guidare la Roma sul campo per altre due-tre stagioni prima di organizzare l'addio al calcio.

Delle modalità per allungare la vita da calciatore non ha ancora mai parlato con Baldini e Sabatini, tantomeno con gli americani. Ma Totti aspetta una chiamata prima della fine del campionato. Intanto è lui a lanciare segnali. Per esempio ha dedicato la vittoria con l'Atalanta a Pallotta, un presidente che sembra averlo stregato nelle poche ore passate insieme tra la tournée americana della scorsa estate e l'ultimo blitz del bostoniano a Trigoria. «Mr Jim» gli piace e lo ha convinto: la Roma, presto, sarà in grado di vincere lo scudetto. Quello che Totti sogna di fare prima di smettere. Parola alla società. La questione non è urgente, ma prima o poi va presa di petto. Il nodo principale sarà economico: impensabile un rinnovo alle cifre attuali, 8,6 milioni lordi a stagione, peserà molto la gestione dei diritti d'immagine. Perché tenersi Totti in versione calciatore per la Roma significa anche continuare a sfruttare un «brand» intramontabile. La discussione sul futuro potrebbe iniziare dal passato: il contratto da dirigente, che gli garantisce la permanenza nell'area tecnico-sportiva, è il punto di partenza della trattativa. Ridiscutere o trasformare quell'intesa siglata dalla vecchia gestione, può agevolare la scrittura di un nuovo accordo.

Tra l'altro il capitano deve ancora decidere il successivo ruolo da ricoprire dietro una scrivania: fare il direttore sportivo, ad esempio, non gli interessa. Da team manager ad «ambasciatore» del club, il ventaglio delle ipotesi è ampio. Allenare i ragazzini è un'altra idea che lo stuzzica. Ma per ora ha solo un desiderio chiaro in testa: giocare a pallone. E vorrebbe farlo solo a Roma, non in America o in Australia.