rassegna stampa

Novant’anni di sport in radio

Nel 1924 la prima trasmissione ufficiale, pochi mesi dopo nasce la «Rivista sportiva» La diretta parte dal galoppo, poi l’irruzione del calcio raccontato da Carosio, Ciotti e Ameri

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L’ inseguimento durò quattro mesi, dal 6 ottobre 1924 - prima trasmissione ufficiale dell'Unione Radiofonica Italiana con l'esecuzione di un quartetto di Haydn - al 25 gennaio dell'anno successivo, quando esordì una trasmissione dal titolo curioso, Rivista sportiva dell'Olimpico. Dunque qualcosa meno dei 90 anni di vita di cui la RAI d’oggi celebra la ricorrenza. Ancora due anni e mezzo d'attesa, e il 19 giugno 1927, dall'Ippodromo milanese di San Siro, la prima radiocronaca sportiva in diretta, al microfono il trentasettenne Alfredo Gianoli, Gran Premio Milano di galoppo, vincitore il quattro anni Cranach, uno dei purosangue prodotti dall'inesauribile scuderia Dormello di Federico Tesio sulle sponde del lago Maggiore.

Quattordici mesi dopo l'esordio ufficiale milanese con l’ippica, l'irruzione del calcio: ore 15 del 25 marzo 1928, Stadio romano del Partito Nazionale Fascista, cronaca dell'incontro internazionale tra Italia e Ungheria, 4 a 3 per gli azzurri, 0 a 2 dopo il primo tempo, realizzazioni di Leopoldo Conti, attaccante dell'Inter, con una doppietta, di Gino Rossetti e di Julio Libonatti. Al microfono, collaboratore esterno dell'Unione radiofonica di Stato, un originario del viterbese, un imberbe, appena ventunenne Giuseppe Sabelli Fioretti, anni dopo direttore responsabile al Corriere dello Sport, capo ufficio stampa ai Giochi olimpici di Roma del '60: una lunga carriera professionale conclusa sulle pagine del nostro giornale. Ancora due anni, e il 2 marzo 1930, da Francoforte sul Meno, prima radiocronaca dall'estero, Germania-Italia, 2-0 a favore degli azzurri condotti da Vittorio Pozzo, segnature di Adolfo Baloncieri e Giuseppe Meazza, colonne, l'uno del Torino, l'altro dell'Ambrosiana Inter.

Debuttante a Bologna, il primo gennaio 1933, dopo aver superato un provino dell'EIAR dell'epoca improvvisando un'inesistente Bologna-Juventus, voce dominante, solitaria e inattaccabile per quasi un quarantennio con il fascino di un volto sconosciuto ai più, quella di Nicolò Carosio, palermitano, classe 1907. Consulente legale della Shell, cronache da bordo-campo spesso in condizioni esposte all'inclemenza climatica, una voce secca, incisiva, essenziale, un tasso di retorica appropriato, nei primi anni d'attività, alle consuetudini dell'epoca, dopo venti anni, all'avvento del tubo catodico, Carosio passò alle telecronache, mettendo fine all'immensa popolarità costruita attorno a un microfono in occasione dei Mondiali del 1970, passando il testimone, malvolentieri, a Nando Martellini, e lasciando una traccia incancellabile nella storia della comunicazione sportiva.

Nei primi anni della radio, catturati dalla suggestione del nuovo strumento informativo, si alternarono ai microfoni personaggi tra i più rappresentativi del giornalismo del tempo, primi fra tutti Bruno Roghi, veronese, avvocato, musicologo, direttore in sessioni intervallate di Gazzetta, Corriere e Tuttosport, ed Emilio Colombo, direttore della rosea e organizzatore del Giro d'Italia. Non solo calcio, ma canottaggio, tennis, automobilismo, scherma, motonautica. Tennis, con la cronaca di una finale europea di Coppa Davis vinta dall'Italia di Huberto de Morpurgo, di Giorgio de Stefani e Placido Gaslini. Ciclismo, 1932, esordio del Giro d'Italia, al microfono Nello Corradi. Pugilato, 22 ottobre 1933, Roma, piazza di Siena, presente fra settantacinquemila Benito Mussolini, difesa del titolo mondiale dei pesi massimi da parte di Primo Carnera contro il basco Paulino Uzcudun, vertice fra i massimi mai espressi coincidenti con un rilevante esito agonistico e irrinunciabile occasione di propaganda politica.

Tra le curiosità legate alle prime stagioni dello sport radiofonico, l’esperimento effettuato nel 1929, incontro Roma-Milan nel primo campionato nazionale di calcio a girone unico, sapientemente pubblicizzato da Radio Orario, sorta di RadiocorriereTv antelitteram: la Società Trasmissioni Istantanee Avvenimenti Sportivi mise in vendita nelle principali città tavolette riproducenti campi di calcio in miniatura, con caselle numerate. Attraverso la voce del radiocronista, e gli spostamenti manuali sulla tavoletta, era possibile seguire in qualche modo le varie azioni della partita. Un anno di vita, e l'esperimento ebbe termine.

Insostituibile strumento fino all'avvento, nel 1954, della televisione, e poi ancora in qualche misura concorrente specie con la formidabile diffusione delle piccole portatili a transistor, la radio trovò sul suo cammino professionisti d'innegabile valore, capaci di evitare che il vecchio microfono divenisse ancella del nuovo schermo. Protagoniste le voci insuperate di Mario Ferretti, di Sergio Zavoli, Alberto Giubilo, di Rino Icardi e di Paolo Valenti, fino alle ultime stagioni di Enrico Ameri e di Sandro Ciotti.