rassegna stampa

Nainggolan da scudetto

(Il Tempo – E.Menghi) Occhi da tigre, ma all’orientale, e spirito da guerriero. Nainggolan risponde all’identikit del vincente che Sabatini cercava.

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(Il Tempo - E.Menghi) Occhi da tigre, ma all’orientale, e spirito da guerriero. Nainggolan risponde all’identikit del vincente che Sabatini cercava. Anche se la bacheca dei trofei è ancora vuota ed è sbarcato nella capitale subito dopo la batosta di Torino, il Ninja ha scelto la Roma perché crede nello scudetto: «Ci sono piazze in cui si può vincere e piazze in cui non lo puoi fare, come il Cagliari, dove abbiamo avuto tre anni di difficoltà. Qui siamo forti, cerchiamo di vincere qualcosa. Ci sono otto punti di distacco dalla Juventus e c’è ancora uno scontro diretto da giocare qui all’Olimpico. Non possiamo sbagliare più di tanto, ma finché la matematica ce lo permette ci crediamo».

L’ambizione non gli manca e non è venuto a Roma per fare la panchina. Crede nelle sue qualità e la tigre che c’è in lui viene fuori se lo si tratta da semplice riserva, perché lui si sente all’altezza dei titolarissimi Pjanic, Strootman e De Rossi: «Già mi state considerando una riserva? Io me la posso giocare. Non è facile arrivare in un gruppo che sta facendo grandi cose, ma sono abbastanza giovane, voglio lavorare e strappare un posto sul campo. Ho sempre giocato, cercherò di farlo anche qui. Sono convinto delle mie qualità, c'è concorrenza, ma sono un lottatore e voglio mettere in difficoltà l’allenatore. Gioco da tre anni mezzo come interno sinistro, ma posso aiutare la squadra dovunque serva. Me la posso giocare con tutti quanti».

Nainggolan è sfrontato e Garcia ha già dimostrato di avere piena fiducia nelle sue capacità schierandolo dal primo minuto in Coppa Italia, dopo un solo allenamento in giallorosso: «Mi sono trovato subito bene, ho cercato di adeguarmi a come gioca la squadra, ma mi devo inserire meglio. Garcia mi sembra un ottimo allenatore. Sta facendo belle cose e spero possa migliorarmi. Ora inizia il lavoro serio».

E a lungo termine, visto che la Roma ha scelto di puntare forte su di lui, prendendolo sì in prestito per 3 milioni di euro dal Cagliari, ma facendogli firmare un contratto di 4 anni e mezzo, con la promessa di riscattarne la metà a giugno: «La Roma mi cercava anche l’anno scorso, quest’estate siamo stati vicini, ma non c’erano i presupposti da parte del Cagliari. C’erano altre squadre che mi volevano, ma i giallorossi hanno investito su di me e cercherò di ripagare tutto sul campo. Questo è il progetto migliore, fondato su grandi giocatori: tra un paio d’anni potrà uscire fuori. Faccio l’esempio della mia Nazionale, che ha raggiunto il Mondiale dopo 12 anni». Lui spera di esserci, aiutato dal fatto di aver cambiato squadra, facendo il salto di qualità: «Ora sono in un grande club e avrò anch’io più considerazione. Il Mondiale è il sogno di tutti, io so che ci posso arrivare facendo bene qui».

Un messaggio chiaro al ct del Belgio Wilmots, che Radja aveva accusato di guardare al peso della maglia più che alle qualità di chi la indossava. Ora ha una vetrina migliore e la possibilità di giocare con Totti e De Rossi: «Francesco è un campione e spero di giocare il prima possibile con lui. Io nasco trequartista, il mio idolo era Ronaldinho, mi piaceva la grinta di Gattuso, ora mi ispiro a De Rossi. Non voglio essere uno dei tanti».