Tornare sconfitti da Torino dopo una partita giocata così per certi versi fa ancora più male. Ma la differenza tra la Roma e la Juventus era e resta sempre la stessa: la cattiveria, quel cinismo che i bianconeri hanno impresso nel dna e che Spalletti non riesce a far intendere ai suoi. C’è poi da dire che, mai come in questa umidiccia serata di Torino, la differenza l’ha fatta anche un certo Higuain: che a dirla tutta fa una sola cosa in tutta la partita, ma è proprio quella che decide lo scontro diretto tra le prime due della classe e lancia la capolista in una fuga probabilmente irreversibile. Il bilancio chiaramente non può essere positivo perché con il successo di ieri la Juventus è Campione d’inverno e si è cucita sul petto un bel pezzo del sesto scudetto consecutivo. Campionato praticamente chiuso, anche se Spalletti riporta a casa qualche certezza in più e una squadra che, dal punto di vista del gioco, ha fatto tutto quello che doveva fare: tranne il gol chiaramente.
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Nainggolan & Co. a testa alta. Ma per volare manca qualcosa
La differenza tra Juve e Roma è sempre la stessa: la cattiveria, quel cinismo che i bianconeri hanno impresso nel dna e che Spalletti non riesce a far intendere ai suoi
Perché la Juve vince, ma lo fa soffrendo e tirando un bel sospiro di sollievo sui tre fischi di Orsato: Nainggolan & Co. sono rimasti lì e non hanno mollato nulla fino all’ultimo secondo come deve fare una grande squadra. Ma contro questa Juventus è difficilissimo giocare, soprattutto se riesce ad andare in vantaggio: così diventa proprio la «sua» partita e passare impossibile. Alla fine ha anche un pizzico di fortuna vero, ma numeri alla mano la cosa non può più definirsi casuale: 25 esima gara di campionato vinta di fila in casa. Questa è la Juve. La Roma torna a casa a testa alta ma con la consapevolezza che per arrivare lassù le manca qualcosa. A Spalletti il compito di capire cosa.
(T.Carmellini)
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