Garcia suona la chitarra, giusto? Dunque, sarà bene che qualcuno gli regali il vecchio cd di Galopeira, affinché si eserciti su quell’inno della scaramanzia giallorossa intitolato "Trukke Trukke". C’era un tempo, infatti, in cui la parola usata (di venerdì 17!) dal valente capobranco franco-andaluso non veniva pronunciata MAI, se non dopo la matematica conquista del Trukke Trukke. Va bene motivare i ragazzi, convincerli che non c’è Rocchi che potrà allontanare gloriosi orizzonti, ma è dall’estate che abbiamo sdoganato l’Impronunciabile, e a ottobre siamo di nuovo a rincorrere la Juve.
rassegna stampa
Mister si fidi Trukke trukke è più facile e porta bene
Il tecnico giallorosso, ieri in conferenza stampa, si è detto sicuro della conquista dello scudetto
Caro Mister, Lei che si è perfettamente incastonato nell’anima della città giallorossa, ha mai sentito parlare della cautela che induce il tifoso a fare incetta di pomate lenitive per le troppe grattate? Il cuore ancora sanguina rievocando la sventatezza con cui, prima della finale di Coppa Campioni di trent’anni fa, il cantautore di provata fede annunciò il concerto di festeggiamenti al Circo Massimo. E che dire, in quella stessa occasione, della replica della Coppa, alta venti metri, portata in pellegrinaggio come una Madonna benedicente per le vie della Garbatella? Si dirà: ma quello mica era campionato. Allora concentriamoci sullo sciagurato giro di campo del sindaco Signorello, prima di Roma-Lecce ’86. O, per restare in zona Campidoglio, su quanto disse Alemanno prima del rush del 2010 con l’Inter: «Dobbiamo sognare molto». O ancora, senza allontanarci dalla piazza michelangiolesca, ricordiamo ciò che azzardò Marino un anno fa, mentre Totti & C. inanellavano le prime dieci vittorie: «Se vinciamo lo s******** mi spoglio», e l’unica consolazione per i 102 punti bianconeri fu di non beccarsi l’opinabile strip-tease.
No, Mister: qui siamo da una vita votati al sacrifizio di non pronunciare l’Impronunciabile, abbiamo i nostri riti propiziatori, teniamo la salma del bisnonno da anni nella stessa posizione vincente sul divano, ci leghiamo le stringhe delle scarpe con il nodo di quella partita trionfale (e se calziamo i mocassini simuliamo il gesto), puzziamo come capre indossando vecchi golf portafortuna. Figurarsi. Abbiamo spento maxischermi montati in piazza troppo presto, mandato al macero migliaia di magliette celebrative, zittito quelli che malaccortamente intonavano «Vinceremo il tricolor». Si fidi: il giro di chitarra del Trukke Trukke è facile. E porta bene.
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