(Il Tempo - A.Serafini) E' bastata una bozza, tre immagini più dettagliate o semplicemente qualcosa di concreto per scatenare le reazioni del tifo romanista.
rassegna stampa
«Mi abbono subito». «Salvate i Distinti»
(Il Tempo – A.Serafini) E’ bastata una bozza, tre immagini più dettagliate o semplicemente qualcosa di concreto per scatenare le reazioni del tifo romanista.
Le foto che raffigurano i progetti iniziali del nuovo stadio della Roma pubblicate ieri in anteprima da «Il Tempo», ci hanno messo poco a diffondersi a macchia d'olio sul web, creando l'attenzione di massa sui social network, nelle consuete trasmissioni dell'etere romano fino ai forum più specializzati.
L'idea di poter dire addio all'Olimpico nel giro di pochi anni è un sogno per la società e per i tanti sostenitori giallorossi, ansiosi di poter vivere un impianto di nuova generazione, disegnato per il calcio e da non condividere con nessuno. «Io sto già con l'abbonamento in mano», l'annuncio fomentato di tanti pronti a lanciare sondaggi sul nuovo nome che verrà scelto. Dal «Totti Stadium» al «Colosseum Arena», le discussioni tecniche non sono mancate, nonostante le bozze racchiudano soltanto il progetto iniziale in fase di sviluppo.
Se i richiami esterni al Colosseo dividono e non poco la preferenza del tifoso romanista, «mi sembra un'americanata, non vorrei che durante l'intervallo uscissero anche leoni e gladiatori», «non scherziamo, sarebbe lo stadio perfetto per rappresentare la nostra storia», i commenti diventano più tecnici quando si analizza nel dettaglio la struttura dell'impianto. Poco gradita la mancanza del settore dei distinti, un «buco» tra le tribune e le curve che secondo molti, renderebbe discontinuo l'effetto del muro compatto dei tifosi in grado di spaventare l'avversario.
Tra pro e contro le divisioni del gusto personale sono legittime, ma spinte verso l'obbiettivo comune: «Fatelo come volete, l'importante è che non ci vogliano 30 anni per costruirlo. Io me sto a invecchia'», avverte un romanista durante uno dei tanti interventi radiofonici. Ma lo scetticismo lascia spesso il passo all'ironia: «Sogno di andare nel nuovo stadio con la metro C, ma neanche se moro e poi rinasco me sa che faccio in tempo».
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