«Olio di gomito, impegno, entusiasmo». Sono le priorità del nuovo questore di Roma, Guido Marino. Niente ricette miracolose, spiega, ma una «passione smisurata per questo lavoro». Per lui, che nella Capitale già ha lavorato nel 2011 quando ha diretto il II Reparto della Dia, l’insediamento in via di San Vitale coincide con una delle prove più difficili per la città e la sua gente. Per la prima volta dopo quattro anni il derby Lazio-Roma si è giocato di sera, con barriere abbassate in previsione della loro completa eliminazione, ma pochissimi tifosi all’Olimpico. «Ritengo che le misure di sicurezza siano adeguate, ma i conti si faranno alla fine – dice Marino -. Il derby è oggetto di un’attenta valutazione e questo è motivo di tranquillità. Non drammatizzerei o enfatizzerei prematuramente gli incontri di calcio, nulla è affidato al caso. Resta comunque il fatto che l’auspicio di tutti è arrivare a togliere le divisioni in curva, ma per arrivare a questo non basta solo l’orientamento del questore: serve anche il senso di responsabilità dei tifosi e di chi va allo stadio».
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Marino: «Le barriere allo stadio? Dipende anche dai tifosi»
Parla il nuovo questore di Roma: "Serve anche il senso di responsabilità di chi va a vedere la partita"
Sorridente, visibilmente emozionato, il successore di Nicolò D’Angelo, oggi Prefetto di Viterbo, torna a Roma da vincitore. Un «sogno proibito» il nuovo incarico, ammette. Ma «fissare oggi le mie priorità – precisa – equivale a parlare in modo astratto e vago». Composto, forte e caparbio, Marino non anticipa nulla su un suo eventuale programma o sulle sue priorità.
«Lavorerò per essere all’altezza – dice -, degno del prestigio della questura di Roma, del valore e delle aspettative dei funzionari, della fiducia che mi è stata concessa dal capo della polizia». Non le parole, ma i fatti. Non i propositi, ma i risultati. Il nuovo questore di Roma non annuncia né proclama. Semplicemente afferra la staffetta passata dal collega D’Angelo e con quella inizia il suo percorso. Sulle sue spalle un curriculum di tutto rispetto, che oggi di diritto lo mette a capo della polizia romana. Non lo spaventa certo un derby al buio se il 3 maggio 2014, quando il tifo violento uccise Ciro Esposito, lui era già questore di Napoli. Non lo spaventa, allora, nemmeno la sfida di sabato pomeriggio tra Roma e la squadra partenopea. «Il derby Lazio-Roma, come tutti gli impegni di calcio, è stato oggetto di una attenta e ponderata valutazione da parte dei funzionari di polizia – aggiunge -. Questo è motivo di tranquillità per me e per tutta la città».
Non cambia nulla, quindi,non frena sull’eliminazione delle barriere e si dice assolutamente fedele al percorso intrapreso da chi lo ha preceduto. Ma Roma non è solo calcio. È una città ferita da due sparatorie nel giro di poche ore, dove la droga e il malaffare si combattono di giorno in giorno, dove pianificare una strategia diventa impossibile, considerata l’ampiezza della città e i tempi accelerati di una criminalità sempre sveglia. «La questura dispone di una squadra mobile, quindi ogni fenomeno è stato e sarà adeguatamente affrontato dagli agenti diretti da un fuoriclasse che è Luigi Silipo», garantisce, placido, il nuovo questore, parlando di mafia e di Ostia commissariata.
(S.Mancinelli)
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