(Il Tempo) Diciannove anni, l'età giusta per sognare. Erik Lamela ha tutto il diritto di farlo.
rassegna stampa
«Una Roma da Champions»
(Il Tempo) Diciannove anni, l’età giusta per sognare. Erik Lamela ha tutto il diritto di farlo.
Il giovane argentino chiude gli occhi e vede la Champions: solo pensarlo prima della gara con la Juventus sarebbe stato una follia, ma le ultime tre partite del 2011 romanista hanno cambiato completamente le prospettive del nuovo anno. Nascondersi non serve più. «Sono molto contento del mio rendimento - racconta Lamela dall'Argentina - ma dobbiamo lavorare perché vogliamo raggiungere obiettivi importanti. Siamo lontani dal primo posto, però almeno dobbiamo lottare per arrivare in zona Champions». C'è da faticare, rincorrere, sperare: i punti di distacco dall'Udinese terza in classifica sono otto, in mezzo ci sono Inter e Lazio, il Napoli è affiancato (...).
L'altra notte ha partecipato allo stadio Ciudad de la Plata alla partita di beneficenza organizzata da Javier Zanetti: una sfida tra la Fondazione Pupi del capitano interista e la Fundacion Celeste, una sorta di derby Argentina-Uruguay. Il talento giallorosso non ha segnato ma si è divertito a giocare insieme ai vari Milito, Higuain e D'Alessandro. Da Roma era ripartito con il sorriso: sempre titolare nelle ultime gare di campionato, Luis Enrique si è letteralmente innamorato del suo talento (...).
Superato l'infortunio alla caviglia, a Lamela sono bastati pochi allenamenti in gruppo per entrare in pianta stabile nel tridente titolare. Quello con Totti e Osvaldo, proprio lui, il «duellante» di Udine. Lamela è tornato sull'episodio: «Non ho mai detto a Osvaldo: "tu non sei Maradona" come è stato scritto. La lite con Pablo è già passata e lui mi ha chiesto scusa». Capitolo chiuso, quello nuovo si è aperto in campo e ha preso una piega molto interessante: partendo più largo e arretrato, dalla gara con la Juve in poi Lamela sembra aver trovato la posizione giusta in campo. «Mi sento un trequartista e mi piace aiutare i compagni. Il mio motto è: "tutti per uno, uno per tutti", solo così si può diventare una squadra». La Roma ci sta provando e non si è data una scadenza. «Questo può essere un punto d'arrivo della mia carriera - racconta Lamela - nel tempo libero mi piace stare in famiglia, mangiare fuori e ascoltare la cumbia (una musica popolare colombiana, ndr)». Il disco con la musichetta della Champions è meglio tenerlo da parte. Per adesso.
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