Il Procuratore federale Giuseppe Pecoraro punta l’indice contro la Lazio ed il suo Presidente Claudio Lotito: violazione dell’articolo 1 bis del codice di giustizia sulla lealtà sportiva e dell’articolo 11 sui comportamenti discriminatori: queste le contestazioni mosse al club bianco celeste per la vicenda degli adesivi antisemiti incollati sulla vetrata della Curva Sud dell’Olimpico durante Lazio-Cagliari. L’ufficio federale ha chiuso ieri in mattinata le indagini; la Procura della Federcalcio ha ritenuto sleale l’escamotage che ha consentito ai tifosi biancocelesti – squalificati in Curva Nord – di seguire in Curva Sud la partita con il Cagliari (alla fine su circa 3.000 spettatori solo 1300 tesserati hanno aderito all’iniziativa). Eppure tale «escamotage», sarebbe già stato utilizzato in passato da altri club, in primis dalla Juventus che nel 2013 in occasione della sfida casalinga contro l’Udinese, decise di riempire la curva di bambini pur dovendo scontare la chiusura delle due curve dello Stadium; l’iniziativa "Gioca con me… tifa con me" consentì al club di riempire i settori in precedenza chiusi dalla Procura federale per il comportamento dei tifosi con l’ingresso degli Under 15.
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Lotito processato a tempo di record
La Lazio rischia una pesante ammenda, la squalifica del campo o una partita da giocare a porte chiuse
E la stessa situazione venne riproposta anche due anni dopo, in occasione di Juve-Cagliari del maggio 2015. L’indagine federale, chiusa ieri dopo l’acquisizione delle carte dalla Procura della Repubblica di Roma, potrebbe vivere ulteriori sviluppi nella giornata di giovedì quando si dovrebbe arrivare al deferimento: il club rischia una pesante ammenda, la squalifica del campo o – eventualmente – una partita da giocare a porte chiuse, Lotito potrebbe andare incontro a un’inibizione. Intanto il presidente Tavecchio ha preso le distanze dalla decisione del club biancoceleste. "Eravamo all’oscuro della decisione della Lazio di aprire la Curva Sud – ha sottolineato il presidente federale – alla Figc non compete né il controllo della biglietteria, né la location. Io credo che ogni provvedimento che tenda a eludere una sanzione sia censurabile. La Federazione ha comunicato i fatti resi pubblici dall’esterno, il procuratore ha aperto subito le sue indagini e la Procura farà i suoi passi".
In realtà l’iniziativa della Lazio era stata pubblicizzata attraverso gli organi di informazione, difficile immaginare che in via Allegri nessuno fosse al corrente. L’inconsueta velocità con la quale gli uffici federali stanno agendo un queste ore, tuttavia lasciano aperte considerazioni ad ampio raggio; qualora il presidente laziale dovesse andare incontro a una squalifica, dovrebbe fare i conti con le nuove norme federali che vietano ai suoi tesserati di esercitare cariche in Figc se negli ultimi 10 anni sono stati cumulati più di dodici mesi di inibizione.
Tra sentenze di primo grado e ricorsi, attualmente – fanno sapere in Figc – il presidente della Lazio rischia di avvicinarsi al tetto dei 12 mesi: tutto dipenderà dalla richiesta che formulerà il Procuratore federale Giuseppe Pecoraro. Entro il 30 novembre la Lega calcio dovrà scegliere i suoi due consiglieri federali (senza diritto di voto ndr). Se la sentenza dovesse arrivare prima della scelta delle cariche all’interno della Lega calcio, Il Presidente Lotito – se inibito – non potrebbe essere candidato.
Se la scelta delle cariche dovesse avvenire prima della sentenza, qualora fosse eletto come consigliere – pur subendo un’eventuale inibizione – il Presidente della Lazio resterebbe in carica (sempre rientrando nel limite dei 12 mesi di cui sopra). Perché nei giorni precedenti la partita, durante la consueta riunione dell’Osservatorio Nazionale sulle manifestazioni sportive del 18 ottobre scorso – nella quale era presente anche un delegato della Procura federale – nessuno ha ritenuto opportuno sollevare l’eventuale anomalia? Ai posteri l’ardua sentenza. Intanto sotto l’aspetto penale, sono state indagate 12 persone: sei fanno parte degli «Irriducibili». Per quanto riguarda un minore, gli atti sono stati inviati al Tribunale per i minori. E infine tra gli identificati c’è un 13enne che non è imputabile.
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