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IL TEMPO

L’ora di Ferguson

Redazione
In campionato nuova chance da titolare per l'irlandese ancora a caccia della prima gioia in Italia

Una Roma aggressiva, in tensa, già molto «gasperiniana» in molte sue qualità, soprattutto senza palla. Micidiale come chiede il suo tecnico nell'aggressione e con una fase difensiva tra le migliori d'Europa. A Nizza è arrivata la quarta vittoria in cinque gare, ancora di misura e ancora senza il contributo degli attaccanti ma con la fame di una squadra che cresce gara dopo gara. Il viaggio non è che appena all'inizio, lo sa bene Gasperini prima di ogni altro, ma il tecnico è alla ricerca di soluzioni che possano mettere in condizioni i centravanti di iniziare a segnare. D'altronde lo ha detto lui per primo, se le punte non fanno gol è perché mancano le occasioni che tutta la squadra deve costrui-re. In Francia ci ha pensato Mancini, dopo la zuccata di N'Dicka da corner, a travestirsi da centravanti con un inserimento che avrà sicuramente fatto felice il suo tecnico. Ma alla lunga non può bastare solo il contributo di centrocampisti e difensori, per questo l'allenatore di Grugliasco continua a stimolare tutti a dare di più. In primis, ovviamente, Ferguson e Dovbyk. L'ucraino, scrive Lorenzo Pes su 'Il Tempo' ha nuovamente deluso in coppa con una prestazione insufficiente alla prima da titolare di questa stagione, mentre l'irlandese è pronto a tornare dal primo minuto già domenica all'Olimpico contro il Verona.

Dopo il buon inizio delle gare di agosto (gol sfiorato più volte col Bologna e assist a Pisa) sembra più in difficoltà anche lui nonostante l'ottima tenuta fisica nei duelli contro i difensori avversari. C'è grande attesa per vederlo timbrare il cartellino per la prima volta con la maglia giallorossa. Ma serve il contributo di tutti. I progressi della Roma di Gasp sono sotto gli occhi di tut-ti, e con l'arrivo dell'Europa il tecnico piemontese sta cominciando ad allargare la rosa inserendo nuovi elementi che possano avvicinarsi al livello dei titolari, se non di più. Da Tsimikas ad El Aynaoui passando per Rensch che tra derby e Nizza ha dimostrato di essere più di un'alternativa. Ma a emergere più di ogni altra cosa è una nuova attitudine alla pressione continua sugli avversari che raramente si era vista negli ultimi anni. La condizione atletica della squadra sembra molto buona e l'intensità cala solo nel finale quando Gasp deve attingere dalla panchina. Senza pallone i giallorossi, paradossalmente, creano molti più pericoli che in fase di costruzione. Male occasioni arriveranno, senza dubbio, e il tecnico può già essere soddisfatto di vedere applicati diversi concetti del suo credo calcistico. Il gol di Mancini in Francia, in questo senso, ne è il manifesto. Ma ora tocca anche al centravanti. Da Ferguson in giù.