rassegna stampa

Lo stadio della Roma alla volata finale

Consegnato il progetto completo in Comune e alla Regione Lazio. Pallotta: «Un aiuto a tutta la città». Ma l’inizio dei lavori slitta al 2017

Redazione

E, alla fine, ce l’hanno fatta: la Roma ha consegnato ufficialmente nella tarda mattinata di ieri, come anticipato da Il Tempo, il progetto definitivo del nuovo Stadio di Tor di Valle. Il dossier è stato depositato e protocollato in Campidoglio, direttamente agli uffici dell’Assessorato all’Urbanistica, e anche in Regione, dove è stata consegnata una copia conforme a quella lasciata in Comune. Settantadue scatoloni formato A3 che occupano interamente una stanza di 25 metri quadri. Rigorosamente sotto chiave.

«I documenti - si legge nel comunicato ufficiale - consegnati in formato cartaceo ed elettronico, contengono oltre 3500 disegni progettuali e più di 50mila pagine di relazioni specialistiche. Il dossier definitivo è il risultato del lavoro congiunto e delle competenze di oltre 500 specialisti del settore tra ingegneri, architetti e consulenti appartenenti a più di 50 studi professionali».

I numeri spiegano da soli le differenze rispetto al progetto incompleto di un anno fa, scritto in «appena» 7041 pagine corredate da 567 allegati tra tavole, grafici e disegni. Stavolta è stata inserita anche una «guida» per individuare facilmente le integrazioni richieste e una certificazione ottenuta dalla società esterna specializzata Inarcheck, che ha verificato per conto dei proponenti l’effettiva completezza e rispondenza del progetto aggiornato ai requisiti di legge.

Dopo il deposito degli scatoloni, nel pomeriggio il dg giallorosso Mauro Baldissoni, accompagnato dal costruttore Luca Parnasi e dal suo braccio destro, è passato prima in Regione all’assessorato di Michele Civita e poi in Campidoglio da Francesco Paolo Tronca per due visite istituzionali, Il commissario straordinario della Capitale ha chiesto di avere una relazione sul progetto e ha promesso tempi brevi per il passaggio delle carte alla Regione.

«Questo è un giorno importante per il progetto - ha dichiarato il presidente della Roma James Pallotta - che apporterà un significativo impatto economico e sociale per la squadra, tifosi, la città e il Paese. Adesso aspettiamo di poter muovere il prossimo passo e costruire uno stadio di cui Roma può andare fiera». L’attesa, però, sarà ancora lunga: irrealistico l’obiettivo di posare la prima pietra entro fine anno, si può semmai puntare ad aprire i cantieri nella primavera del 2017.

«Il progetto creerà nuovi posti di lavoro sul territorio, promuovendo e attraendo investimenti stranieri nei prossimi anni», sottolinea il managing director di Stadio della Roma, David Ginsberg. «È un giorno importante e di grande soddisfazione - ha aggiunto il costruttore Luca Parnasi - è la dimostrazione di come, anche nella nostra città, si possano immaginare e sviluppare idee di qualità».

Filtrano le primissime indiscrezioni sul dossier. Si parla di una Curva Sud da 14mila posti, mentre le cubature complessive (974mila metri cubi) dovrebbero essere rimaste invariate, così come la spesa per le opere pubbliche: 320 milioni di euro sul totale stimato di 1 miliardo e mezzo di euro.

Alle dichiarazioni ufficiali della Roma e di Parnasi, si aggiunge anche una nota della Regione Lazio: «Restiamo ora in attesa della conferma del "pubblico interesse" da parte di Roma Capitale per avviare, come prevedono le disposizioni normative, la Conferenza dei servizi, dando piena e trasparente pubblicità a tutte le fasi dell'iter amministrativo. Inoltre è già insediato, l'Ufficio di scopo predisposto presso la Direzione regionale Urbanistica a cui e' stata attribuita la responsabilità del procedimento».

In realtà, ora il Campidoglio dovrà solo verificare che negli scatoloni ci siano tutte le carte necessarie, a termini di legge, per qualificare come «definitivo» il progetto e che nei documenti siano state recepite tutte le prescrizioni contenute nella delibera di pubblico interesse. Dopo di che, la palla passerà alla Regione per la Conferenza di Servizi finale, con una durata massima di 180 giorni.

(F. M. Magliaro/A. Serafini)