rassegna stampa

Lo schiaffo del “sonato”

(Il Tempo – F.Bovaio)  Stasera, a Marassi,

Redazione

(Il Tempo - F.Bovaio)  Stasera, a Marassi, si ritrovano Ljajic e Delio Rossi, i due protagonisti in negativo di uno degli episodi più brutti visti su un campo di calcio italiano. Ci riferiamo, ovviamente, alla famosa lite che avvenne il 2 maggio 2012, quando erano entrambi alla Fiorentina, quel giorno impegnata in casa contro il Novara. Dopo la sostituzione del giocatore, con quest’ultimo seduto in panchina, il diverbio tra i due degenerò nella famosa sequela di pugni che il mister cominciò a dargli per una frase di troppo che gli era stata rivolta dall’altro. Un classico episodio da «sbrocco calcistico» (come si dice dalle nostre parti) o da «trance agonistica», come dicono i più raffinati, per il quale D.Rossi forse non si è ancora perdonato, ma che non è certo l’unico nel mondo del calcio. Specie tra compagni o membri della stessa squadra.

A quell’episodio, infatti, se ne abbinano altri, a cominciare da quello che il 22 aprile 1990 costò l’espulsione all’allora genoano Fontolan. Un cartellino rosso che fece epoca e scuola, visto che arrivò per una lite con tanto di manata in faccia tra compagni di squadra. A Bergamo si stava giocando Atalanta-Genoa, valida per la 33° giornata del campionato 1989-90. Ai liguri serviva un punto per salvarsi, ma all’82’ stavano perdendo 1-0. In un’azione d’attacco Fontolan non riuscì a controllare il pallone nell’area avversaria e il suo compagno di squadra Ruotolo gli si avvicinò per rimproverarlo provocandolo. Fontolan non ci vide più e reagì con un calcio e una manata.

Gli altri genoani arrivarono subito a dividerli, ma l’arbitro Amendolia di Messina aveva visto tutto e applicando il regolamento alla lettera lo espulse. Il momento d’ira di Fontolan costò moltissimo al Genoa, che perse 1-0. Un episodio quasi analogo, ma senza provvedimenti disciplinari, accade in Bundesliga tra Robben e Mueller, compagni di squadra nel Bayern Monaco, quel giorno impegnato in casa del Werder Brema (1 febbraio 2011).

Nonostante la vittoria per 3-1, infatti, nel corso della partita i due cominciarono a litigare per un passaggio sbagliato di Mueller a Robben, che nella discussione perse il lume della ragione e rifilò un pugno in pieno volto al compagno. Un momento di furore agonistico che l’anno scorso visse pure il romanista De Rossi nel derby di andata, ma verso un avversario, Mauri, e non nei confronti di un compagno di squadra. Sul finire del primo tempo, infatti, colpì il laziale con un inspiegabile pugno al volto che gli costò l’immediata espulsione. Post cartellino rosso, invece, fu Zebina ad uscire dai gangheri, finendo con il prendersela con un malcapitato steward.

Ci riferiamo a Juventus-Cagliari del settembre 2007, nel corso della quale l’allora difensore juventino venne espulso per proteste dopo aver provocato un rigore a favore dei sardi. Nell’uscire dal campo, in piena ira, dette uno schiaffo ad un incolpevole addetto alla cartellonistica che stava a bordo campo.

Tra tutte le reazioni scomposte viste in campo, però, quella più celebre resta la testata rifilata da Zidane a Materazzi nella finale della Coppa del Mondo 2006 che l’Italia vinse ai rigori contro la Francia. Un gesto che è anche diventato una statua e che ha avuto un seguito infinito di polemiche.