Un bel turno infrasettimanale, proprio quello che ci voleva, tra allenatori stressati dai rispettivi traguardi e giocatori alle prese con la girandola di voci e di firme frettolose che hanno animato la giornata conclusiva del mercato invernale.
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Le romane con gli uomini contati ma serve solo vincere
Ancora un anticipo per la Roma, ma non saranno rose e fiori, perché il Sassuolo di Di Francesco gioca un calcio di alto livello nonostante la flessione accusata di recente
E mentre si avvicinano le date degli appuntamenti di coppa in Europa, Conte e Tavecchio cercano rogna, come si suol dire, reclamando ulteriori spazi per gli stages azzurri che le società vedono con malumore, i giocatori con indifferenza simile al fastidio e che, dunque, in buona sostanza, non fregano niente a nessuno. Tra domani e domenica, può sorridere Allegri, nonostante gli infortuni in attacco. Avrà prima il Genoa in casa, poi la trasferta a Frosinone con i penultimi della classifica. Teoricamente starebbe peggio Sarri, che domani sera porterà il suo Napoli all'Olimpico. Dove però l'attende una Lazio uscita con le ossa rotte, e non solo metaforicamente, dalla trasferta di Udine. Tra infortuni e squalifiche, Pioli dovrà fronteggiare l'ennesima emergenza (Matri, Cataldi e Milinkovic).
Ancora un anticipo per la Roma, ma non saranno rose e fiori, perché il Sassuolo di Di Francesco gioca un calcio di alto livello nonostante la flessione accusata di recente. A Reggio Emilia, Spalletti non potrà portare Dzeko infortunato, mentre Totti sarà in panchina nonostante qualche piccolo guaio muscolare. L'ultimo arrivato, Diego Perotti, anch'egli a disposizione del tecnico toscano, sareà la novità di giornata dal momento che partirà titolare dall'inizio della partita. Dunque, novità obbligate ancora una volta in difesa. Per Spalletti, sarebbe fondamentale un altro risultato positivo per avviare con maggiore serenità la rincorsa a una migliore posizione di classifica. Note positive per la Roma dal bilancio, che vanta un rispettabile attivo, grazie soprattutto alle cessioni di Iturbe e Gervinho, tanti soldi ai quali aggiungere gli spiccioli prodotti dalla partenza di Doumbia.
(G. Giubilo)
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