Il Comune ci riprova. Dopo la sonora bocciatura del progetto del Ponte dei Congressi presentato dall’ex assessore Paolo Berdini, l’Amministrazione si prepara a tornare davanti al Consiglio Superiore dei Lavori pubblici. Risorse per Roma, società delegata dal dipartimento all’Urbanistica, ha apportato rilevanti modifiche ai precedenti calcoli e disegni di un’opera pensata per servire il nuovo centro Congressi dell’Eur e che, come la Nuvola di Fuksas, promette già di lievitare (o levitare) nei costi. Ma il ponte "s’ha da fare", oppure no? A sentire l’assessore all’Urbanistica e ai Lavori pubblici di Roma Capitale, Luca Montuori, che qualche giorno fa ha incontrato il ministro Del Rio, si tratta di "un’opera strategica di interesse nazionale". L’incontro con il rappresentante dell’esecutivo nazionale aveva l’unico scopo di “battere cassa“, ricordando al Governo di dare a Roma i circa 140 milioni di euro già previsti per realizzare la struttura sul Tevere. L’Amministrazione guidata da Virginia Raggi non sembra però molto chiara sull’argomento ponti, visto che a poca distanza da questo dovrebbe sorgere il ponte di Traiano, previsto nelle opere compensative del progetto del nuovo stadio della Roma a Tor di Valle. Un’ opera che verrà realizzata da privati. I costi: quello presentato per collegare la Roma-Fiumicino al nuovo stadio dovrebbe costare circa 50 milioni di euro, a cui ne vanno aggiunti altri 50 per completare tutti i collegamenti viari. Quello dei Congressi, pubblico, dovrebbe costarne circa180: una parte per il ponte vero e proprio, un’altra per la viabilità e per nuove banchine sul fiume, e una terza per ammodernare il ponte della Magliana, che con quello dei Congressi costituisce un sistema binario secondo cui il primo non può vivere senza il secondo e viceversa.
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La vera sfida ora è realizzare i tre ponti
Luca Montuori, assessore all'Urbanistica spiega: "Sarebbe un'opera strategica di interesse nazionale"
È stato infatti previsto un sistema “ad anello“, secondo cui i due ponti sarebbero transitabili in un solo senso di marcia: quello della Magliana nel “versouscente“, quello dei Congressi nel “versoentrante“, rispetto al quartiere Eur. Ma c’è un problema. Il viadotto della Magliana è stato completato nel ’48. Oggi ha quindi 69 anni. Un decreto ministeriale del 2008 in materia di infrastrutture pubbliche fissa il limite della cosiddetta “vita di servizio” delle opere in 50 anni. Ciò significa che il dodicesimo dipartimento di Roma Capitale e il responsabile del progetto del ponte dei Congressi, prima di presentare nuovamente tavole e disegni al Consiglio Superiore dei Lavoripubblici, dovrebbe collaudare una struttura che continua a servire i romani senza che, negli ultimi 19 anni, nessuno si sia preoccupato della sua integrità. Nel frattempo il centro Italia è stato scosso da forti terremoti, avvertiti distintamente anche nella Capitale, che oggi è considerata “zonasismica” molto più di quanto si pensasse durante il “ventennio“, quando iniziò la costruzione del viadotto. Se sulle pagine di questo quotidiano abbiamo già parlato di “derby dei ponti” – come se la realizzazione dell’opera pubblica fosse in competizione con quella privata, con il Comune da un lato e la Eurnova del costruttore Parnasi dall’altro – oggi lanciamo una sfida alla sindacaRaggi, che sembra tenere ancora il piede in due staffe. Il vero regalo ai romani sarebbe andare oltre il risultato del “derby” e tentare di portare a casa una storica tripletta: tre ponti invece di uno solo.
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