Metà gialla e metà rossa, divisa da una barriera, ma stavolta presente. La Sud è tornata a casa per una sera, con vizi e virtù di sempre: colori, bandiere, una coreografia come non se ne vedevano da tempo, fumogeni, striscioni, ma anche i soliti cori sul Vesuvio e gli insulti al Prefetto Gabrielli. Non è cambiato niente e non cambierà niente, perché la curva è tornata per una notte dedicata alla beneficenza e alle vecchie glorie giallorosse, organizzata da Candela e dalla sua associazione, la Trentadue Onlus, ma contro il Milan in campionato resteranno solo le barriere, senza i tifosi.
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La Sud fa festa
L’evento «Voi siete leggenda» ha rimesso il cuore del tifo al suo posto, in quindicimila hanno risposto presente ed erano tutti lì, o quasi. Intorno poche altre persone, ma il rumore della curva ha finalmente riempito l’Olimpico e tanto basta. «Ci manca troppo», il tweet di Nainggolan dopo la sfilata sotto il settore che da Roma-Juve ha messo in pratica la sua protesta pacifica. Senza non è la stessa cosa e chi ha vissuto la città in altri tempi, come i tanti ex giocatori presenti ieri sera, lo sa. Nel bene o nel male, perché non sono mancati anche i fischi, timidi quelli per De Sanctis, più forti quelli destinati a Rosella Sensi in tribuna e qualcuno anche per Zeman, coperto poi da un coro per lui. Salvi i dirigenti di oggi, un’ovazione particolare c’è stata per Bruno Conti, indifferenza totale verso società, presidente Pallotta e Garcia.
Ovviamente l’accoglienza più calorosa è stata riservata al solito Totti. Il capitano, pur non potendo giocare l’amichevole, ha sfilato sotto la Sud con gli altri protagonisti della serata speciale, compresi i suoi compagni di squadra Florenzi, Nainggolan, De Sanctis ed il neosposo De Rossi, ha portato con sé i due figli e il futuro nascituro nella pancia della bella Ilary, si è goduto lo spettacolo dalla panchina dove spera di tornare presto. A sbloccare la partita ci ha pensato Delvecchio, poi Giannini ha pareggiato dal dischetto e la piccola Chanel Totti ha preso il microfono per lanciare il contro-coro della Sud al gol, mentre il fratello Cristian si divertiva con un pallone a bordo campo. Non c’erano arbitri, né allenatori, ma il risultato in questi casi conta poco.
È stata una festa per i bambini delle scuole calcio che hanno potuto vedere da vicino i loro idoli, ma soprattutto della curva: «Siamo ancora qua!», hanno ricordato i tifosi della Sud con uno striscione. Per dire che non sono andati via per mancanza d’amore, anche se Candela un piccolo rimprovero lo fa: «Si dimenticano spesso valori importanti come l’appartenenza e la gratitudine. Tutti insieme, tifosi, società e squadra, si può vincere». Per Nela «è una piccola vittoria vedere la curva piena», Delvecchio ha fatto un appello: «Speriamo che nel girone di ritorno si possa vedere di nuovo uno stadio pieno. C’è stato un periodo no, ma l'obiettivo è a 4 punti e se la Roma fa quadrato nello spogliatoio e con la gente può tornare in corsa. Tutti insieme si può fare ancora tanto». Se lo augura anche Annoni: «Il ritorno della gente allo stadio può essere il vero acquisto di gennaio della Roma. La situazione della curva vuota deve essere risolta. Quando giocavamo noi non c’erano tutte queste barriere, adesso è complicato anche avvicinare un calciatore, il rapporto è più freddo e tutto viene esasperato». Prima di iniziare la festa, per esempio, dagli altoparlanti dell’Olimpico è arrivato l’invito, non raccolto, a togliere i vessilli dei singoli gruppi dalla curva. In risposta sono partiti i cori contro le forze dell’ordine, seguiti da «O Vesuvio lavali col fuoco». Stavolta Gabrielli non può punirli e dalla prossima partita tornerà quell’assurdo silenzio.
(E. Menghi)
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