Dimissionario ma attivo. Irremovibile e incatenato. La strana situazione di Walter Sabatini va avanti e non è chiaro dove porterà.
rassegna stampa
La Roma non libera Sabatini
Pallotta rinvia la firma sulle dimissioni del diesse contattato dal Bologna Intanto è in arrivo il rinnovo triennale del diggì Baldissoni: chiavi a lui
Il direttore sportivo non ha cambiato idea, intende lasciare la Roma il prossimo 30 giugno, con 12 mesi d’anticipo rispetto alla scadenza del suo contratto. Per la prima volta in carriera aveva accettato un triennale, ora probabilmente si è pentito perché quel vincolo formale gli impedisce di sentirsi libero e di programmare il suo futuro professionale. A tutt’oggi, infatti, il club non ha firmato la lettera di dimissioni: spetterebbe al Ceo Italo Zanzi, che però non può siglare un documento così importante senza l’ok di Pallotta. E, a quanto pare, il presidente non ha alcuna fretta di liberare Sabatini.
Perché? Due le possibili risposte: spera ancora di convincerlo a restare, oppure non vuole ostacolare il suo passaggio a un’altra società. Infatti, se le dimissioni non fossero accettate entro il 30 giugno, Sabatini, al pari di un allenatore, sarebbe ancora pagato dalla Roma (600 mila euro netti lo stipendio) e non potrebbe ricoprire alcun incarico in Italia per tutta la prossima stagione.
Le offerte non gli mancano, in primis da Bologna che sembra la soluzione più concreta, ma l’ultima parola spetta a Pallotta. E chissà se la nota rivalità tra Saputo e il patron giallorosso non abbia un peso in questa strana storia. Da par suo, il direttore sportivo umbro non perde occasione per «stimolare» il via libera definitivo della Roma dopo aver annunciato pubblicamente le dimissioni: un modo per convincere anche se stesso a non tornare più indietro. Ha chiesto personalmente a Pallotta di congedarlo, anche di recente, e a cadenza quasi quotidiana lo ripete ai dirigenti che lavorano con lui a Trigoria.
Nel frattempo Sabatini continua a lavorare sul mercato come se nulla fosse. Imposta trattative in entrata, anche affari da portare avanti a lungo termine, e raccoglie offerte in giro per l’Europa come ha fatto a Londra la settimana scorsa: il Chelsea ha chiesto Nainggolan e Rudiger e il diesse ha trovato tempo anche per cercare potenziali acquirenti di Doumbia. Al di là delle dichiarazioni del presidente - «non vogliamo vendere Pjanic e ci servono solo pochi aggiustamenti» - la missione di Sabatini resta quella di monetizzare con le cessioni entro il 30 giugno per sistemare il bilancio.
Poi dal 1° luglio si vedrà chi farà gli acquisti e quali saranno. Al momento la Roma non ha ingaggiato nessun nuovo direttore sportivo e non si può escludere che si vada avanti con lo stesso «team» di oggi, guidato dal direttore generale Mauro Baldissoni: a lui il contratto scade il prossimo 30 giugno ma proprio in questi giorni Zanzi sta preparando il rinnovo triennale fino al 2019. L’avvocato che convinse Pallotta ad acquistare il club resta il principale riferimento della proprietà e tocca a lui gestire questa delicata fase di riorganizzazione del settore tecnico.
Mentre continua l’opera di «pressing» su Sabatini (sarà l’ultimo ad arrendersi al suo addio), Baldissoni valuta tutte le possibili soluzioni, compresa la conferma dell’attuale vice-diesse Ricky Massara. A volte si può cambiare tutto per non cambiare niente.
(A.Austini)
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