Stava per finire l’ennesima partita senza vedere la porta quando Salah gli ha regalato il pallone della liberazione: Dzeko, 83 giorni e 709 minuti dopo il gol al Bologna, torna a segnare in Serie A e pazienza se, come suggerito da Spalletti, dovrà offrire lui stavolta la cena al compagno egiziano.
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La liberazione con dedica alla figlia
Hanno duettato per tutta la gara e si sono cercati come aveva chiesto l’allenatore, alla fine i frutti sono arrivati e il centravanti bosniaco si è risvegliato da quell’inspiegabile torpore in cui era piombato. Non faceva gol dal 21 novembre, non segnava su azione addirittura da agosto, quando fece piangere la Juventus e il campionato raccontava tutta un’altra storia.
Nonostante tutto, Dzeko non è stato mai messo in dubbio dal tecnico di turno. Prima Garcia, poi Spalletti gli hanno dato fiducia incondizionata, il toscano aveva dato la presenza di Edin per certa alla vigilia della sfida con il Carpi per caricarlo ed evidentemente ha spinto il tasto giusto. Il bosniaco ha dedicato il gol alla primogenita Una, nata la settimana scorsa mentre la squadra era impegnata con il Sassuolo: ciuccio in bocca alla Totti e baci alla telecamera, magari diretti alla compagna che gli ha dedicato un «bravo» su Instagram.
Non se l’era sentito dire spesso nelle ultime difficili settimane e non è stato solo da applausi nemmeno ieri, anche se al Braglia è stato quello che ha calciato più volte (5) di tutti e ha centrato di più lo specchio della porta (3), è stato anche il più impreciso dei suoi con il 60% di passaggi sbagliati. Dzeko ha vinto poco più della metà dei duelli che ha effettuato, il 55%, e dei contrasti con gli avversari, 66%. Numeri poco incoraggianti che però sono andati nel dimenticatoio all'84’, quando la Roma ha ritrovato il suo centravanti.
(E. Menghi)
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