Avrebbe potuto essere una sfida da scudetto, quella che la Juventus sarà chiamata a interpretare stasera all’Olimpico. Il fascino si è un po’ appannato e non certo per colpa della capolista, che mai ha visto realmente in pericolo la sua posizione. Dal giorno della sconfitta a Torino, la Roma ha camminato a passo costante, alla pari con i bianconeri. Però negli ultimi tempi ha perso troppi punti per strada, e dunque il divario è diventato incolmabile.
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La festa altrui in casa propria da evitare
La Roma dovrà fare di tutto, aldilà delle motivazioni dettate dalla classifica, per evitare l’onta di consegnare lo scudetto ai rivali di sempre
Così che il posticipo domenicale si riduce a una questione di prestigio, anche se i romanisti hanno l’obbligo di difendere un secondo posto per il quale il Napoli si prospetta come un pericolo da non sottovalutare. Troppi i passi falsi dei giallorossi, a cominciare da quei derby indigesti che hanno pesato anche in negativo sul piano psicologico. Per questo, non sarà semplice prevalere sulla Juventus, che appare l’ultimo grande ostacolo sulla strada che conduce alla promozione diretta in Champions League.
Troppo solida, la squadra di Allegri, per sperare in concessioni figlie delle possibili distrazioni legate alle finali di coppa, coronamento di una stagione fin qui straordinaria dei bianconeri. Che possono trovare, come ulteriore stimolo, la voglia di festeggiare il loro sesto scudetto consecutivo, quello dei record, proprio sul terreno dell’avversaria più credibile di queste ultime stagioni. E la Roma dovrà fare di tutto, aldilà delle motivazioni dettate dalla classifica, per evitare l’onta di consegnare lo scudetto ai rivali di sempre in casa propria.
Forse sarà l’ultima occasione per vedere in campo in un big match, sia pure part-time, Francesco Totti, anche se Spalletti non sembra disposto a fare regali al Capitano, con il quale del resto non ha mai avuto un feeling particolare. Dando per scontato che pure il tecnico è al passo d’addio con i giallorossi, anche perché dal suo arrivo aveva subito manifestato l’intenzione di non prolungare la sua permanenza sulla panchina romanista, in assenza di vittorie.
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